Volevo scegliere un luogo in cui il libro di Ugo potesse riposare in modo definitivo e dove, nel contempo, la sua memoria riuscisse a continuare a vivere. Mi sono quindi rivolta al Museo storico italiano della Guerra di Rovereto uno dei più importanti e rinomati in questo campo. Il Direttore o, più precisamente, il conservatore del Museo è il Dott. Camillo Zadra a cui inviai un e-mail comunicandogli la mia intenzione di mostrargli per poi affidargli il libro di Ugo. Questa fu la sua risposta.
Gentile signora Maffei,
ho ricevuto venerdì scorso il DVD con le immagini dell'album. La ringrazio per la tempestività.
Le confesso che prima d'ora non avevo mai visto niente di simile: per la ricchezza di documenti, per le dimensioni, per il progetto realizzativo. Probabilmente ci sono altri documenti così importanti e preziosi, ma personalmente non avevo mai avuto modo di sfogliare – sia pure virtualmente – un "monumento" di questo genere (devo tra l'altro ammirare la cura e la precisione con cui lo ha documentato).
Ho avuto la possibilità di osservare in sequenza le fotografie di Ugo dall'età più tenera agli anni dell'uniforme. Ho provato una stretta al cuore in quel vertiginoso flusso, dentro il quale ho visto scorrere non solo la breve vita di Ugo Marcangeli, ma uno spaccato sociale di forte coerenza, estremamente intenso.
Sono certo che, se vorrà confermare la Sua disponibilità a "lasciare in eredità" l'album al nostro Museo (che sarebbe onorato di accoglierlo), nel prossimo futuro troveremo una sua collocazione adeguata nel percorso espositivo.
L'aspetto dunque, come d'accordo, il 5 ottobre.
Grazie ancora per la Sua cortese disponibilità.
A seguito di questo contatto fissai di andare a trovarli il 5 di ottobre 2012 per mostrare loro il libro.
Rovereto è un piccolo salotto dove antico e moderno si fondono alla perfezione. Il Museo si trova nell'Antico Castello della città dove, un palazzo moderno si affianca alla vecchia e bellissima costruzione in pietra senza in alcun modo dare troppo nell'occhio. Il Dott. Camillo Zadra, alto leggermente stempiato dall'aria seria e composta di chi comanda senza alzare la voce ma solo utilizzando un'autorevolezza che gli deriva da anni di esperienza, ha fatto subito gli onori di casa, e dopo avermi invitato in una grande sala per conferenze, mi ha aiutato a posare il libro di Ugo sopra un ampio tavolo in legno.
Mostrandogli il libro mi accorgo che posso parlare con tranquillità in quanto Zadra comprende bene ciò di cui io dico. Il ricordo, il lutto, le famiglie distrutte, i ragazzi del '99 sono tutti argomenti a lui ben noti. Ma quel grosso volume così ben conservato, quello spaccato di vita così breve ma altrettanto intenso che ha attraversato tre regioni per arrivare fino a lassù lascia interdetto anche lui che di oggetti legati alla I Guerra Mondiale ne ha visti fin troppi. Mi ascolta raccontare la mia storia e guarda il libro assieme a me con attenzione e anche curiosità . Mi chiede cose che in parte so e in altre no e apre altre voragini legate alla vita di un ragazzo di cui fino a pochi anni prima non si sapeva nulla. Mi è sempre più chiaro come lo scopo di quel libro sia creare una vera curiosità in chi lo guarda. Far nascere il desiderio di andare oltre, di coglierne l'essenza profonda che va al di là del suo stesso contenuto. Non la singola lettera ma le lettere inviate da un figlio alla famiglia, non le singole foto ma le foto che disegnano la gioventù distrutta, non tante condoglianze ma le condoglianze che diventano testimonianza del ricordo in sè. Sono concetti difficili che solo una persona colta e raffinata come il Dott. Zadra può comprendere, anzi li comprende e va anche oltre descrivendomi a sua volte quale potesse essere, a suo avviso, il carattere di un uomo come Domenico. Un positivista, razionale, laico, legato alle tradizioni ma spinto anche verso il nuovo. Un personaggio complesso. Un uomo incapace di arrendersi pronto a sfidare le leggi del tempo in grado di creare un libro in cui il tempo, almeno per il figlio, sembra essersi fermato al giorno prima in cui questi è morto.
Parliamo di questo e di molte altre cose con il Dott. Zadra e poi anche con il Dott. Mainardi il Presidente del Museo che si è aggiunto a noi per esaminare il libro.
Il tempo scorre veloce. Parliamo del lascito e del desiderio che il libro in un prossimo futuro resti lì.
Nel pomeriggio visitiamo il Museo con una guida d'eccezione il Presidente. La visita all'interno del Castello è interessante. La Guerra con i suoi orrori è ovunque e io la odo in ogni stanza. Mi chiedo se lì Ugo non si sentirà a disagio così giovane e in fondo abituato a case accoglienti, ma poi mi accorgo che ho pensato una cosa assurda. Ugo da quasi cento anni riposa sul gelido e bellissimo Grappa e anche il libro starà benissimo in questo museo.
La giornata si chiude con l'inaugurazione di un'interessante mostra sulla propaganda durante la Prima Guerra Mondiale nei giornali per bambini, per l'esattezza nel Corriere dei Piccoli, all'epoca supplemento del Corriere della Sera.
La giornata è volata via. E' stato tutto molto interessante, ma sono stanca e il libro di Ugo nella valigia che mi porto con me chiede anche lui di tornare a casa.
Chissà se torneremo mai quassù e se questa gente ti vuole davvero mio caro Ugo. Fa freddo, e l'aria è umida. Appoggiata con cura la valigia in macchina mi metto in cammino per rientrare a casa.