Come si studia un libro che ha quasi cento anni al cui interno vi sono solo documenti, foto lettere scritte in originale? Non ne avevo idea. Temevo solo di sciuparlo. Mi ero infatti accorta che tutte le volte che lo aprivo le pagine ingiallite dal tempo a contatto con l'aria perdevano nitidezza cosa che accadeva anche alle foto. Mi venne un'dea: fotografarne il contenuto. Chiamai quindi Francesco un amico fotografo. Questi, dopo avergli dato una scorsa, mi chiese di cosa si trattasse. Gli dissi che era un cimelio di famiglia realizzato dal mio bisnonno, Domenico Marcangeli, a cui era morto il figlio durante la I Guerra Mondiale e che aveva deciso di fare un libro per mantenerne viva la memoria.
Il fotografo, dopo averlo sfogliato rimase, esterrefatto. Trovò le foto di altissima qualità e mi chiese se Domenico fosse un professionista. Gli dissi che Domenico era un grande appassionato di fotografia che faceva tutto da solo stampa, ingrandimenti, duplicazioni. E doveva anche spendere, aggiunse Francesco. All'epoca solo l'acquisto di tutto il materiale costava una fortuna.
Mi ricordo quanto fu complesso fare quel lavoro: l'album era grosso e difficile da maneggiare. I documenti erano stati inseriti all'interno del libro in modo tale che toglierli era impossibile. Assumevamo quindi posizioni assurde e ci spostavamo per casa cercando la luce migliore o quella certa angolazione che rendesse l'idea del contenuto del libro. Alla fine Francesco fece 400 scatti, e trascorse con me oltre 10 ore.
Questo fu solo l'inizio della mia avventura che sarebbe durata oltre quattro anni durante i quali sarei riuscita a svelare tutti i segreti racchiusi per quasi cento anni dentro il libro di Ugo che, attraverso la storia della famiglia Marcangeli, mi avrebbero narrato le vicende delle mie origini.