La famiglia Marcangeli dopo la morte di Ugo ricevette 91 lettere di condoglianze, 13 telegrammi e 98 biglietti da visita. Le lettere riportano in massima parte uno stesso schema. Se da una lato l”evento è considerato ”funesto per la famiglia” dall’altro è ritenuto ”tanto fortunato per le armi italiane” nel convincimento che ogni famiglia fosse tenuta a dare qualcosa per ”questa guerra terribile” in cui i giovani immolati per la Patria divenivano tutti eroi. La morte viene così giustificata attraverso la ‘santificazione’ di un comportamento che ha permesso alla patria di raggiungere il suo scopo. La giovinezza di Ugo viene trasfigurata in una ”giovinezza eterna in cui la morte diviene il compimento di una vita breve ma pienamente vissuta. ”Solo così la memoria dei morti rimarrà perennemente nell’ammirazione e nella riconoscenza di tutti” e spetterà alla patria ”rievocare i figli gloriosi con lapidi commemorative, con marmi, con bronzi…e a loro sarà riservato il culto della memoria, la gratitudine eterna di chi succederà nel tempo a queste vicende della vita nazionale.” C’è poi il cordoglio più intimo, quello dei parenti che considerano la morte di Ugo ”una sciagura inaspettata e nel medesimo tempo dolorosissima”, di coloro che lo hanno visto bambino e che ancora lo ricordano piccino e continuano a chiamarlo ”Ughetto” non rendendosi conto di quanto accaduto. Questi si sentono avviliti per non poter correre là ”dove un cumulo di affetti li chiama.” Ci sono poi gli amici che lo ricordano come ”un ragazzo infervorato dalla guerra” ma ancora giovane, inesperto ma pronto a sacrificarsi per un ideale in cui sembrava credere davvero. Infine il continuo richiamo a Maria, la sorella che viene vista come un ”angelo consolatorio” a cui spetterà il compito di sollevare e rendere meno dolorosa ai genitori la perdita ”dell’adorato Ugo.”
Dal 59 Reggimento fanteria del 28.07.1918- Comandante 3 Battaglione 59 Reggimento fanteria – Maggiore Giuseppe Bartelloni
Carissimo Signore,
ricevo oggi la sua raccomandata. Era mia intenzione e dovere scriverle prima ma non potevo farlo finché non fossi stato assicurato che ufficialmente le era pervenuta la dolorosa notizia. Ed ora posso assolvere al mio compito e dare sfogo all’anima mia: perché sappia che anch’io ho pianto per il suo Ugo lacrime di dolore ardente e sincere. La vita della guerra fa di noi superiori tanti babbi per i nostri subordinati che iniziamo ad amare come figli ed il suo figliolo merita sopra gli altri il mio affetto. Era tanto tanto giovane e tanto buono.
Vuol sapere come è morto? Da soldato veramente.
La mattina del due luglio il suo battaglione ebbe il compito di occupare una posizione avversaria. La settima compagnia, quella del suo figliolo doveva avanzare come prima ondata. L’ora dello scatto ci era fissata matematicamente alle 5 e 10 e a quell’ora il suo Ugo forte dell’ordine avuto per primo, alla testa del suo plotone scavalcò la trincea ma nello stesso istante fu colpito a morte. Informato immediatamente corsi sul posto ma lo trovai morto mentre il suo plotone avanzava vittorioso superando l’ultima resistenza avversaria sterminando il nemico. Mi dissero di poi i fanti che avevano vendicato ad usura il loro morto Ufficiale. E veramente, creda, il suo sacrificio fu la spinta a che il battaglione quel giorno si coprisse di gloria tanto d’aver l’onore dell’encomio solenne dal Comandante il Corpo d’armata. A me non restava che tributare a quel Cadavere giovinetto l’omaggio sincero delle mie lacrime e il doveroso riconoscimento delle suo eroismo e subito fu da me proposto per la MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE SUL CAMPO per le seguenti motivazioni COMANDANTE DI PLOTONE DI UNA COMPAGNIA ATTACANTE PIENO DI GIOVANILE ENTUSIASMO BALZANDO PER PRIMO DALLA TRINCEA PER INVOGLIARE CON L'ESEMPIO I PROPRI DIPENDENTI SUBITO COLPITO A MORTE, COL DEI GRASSI, MONTE GRAPPA”. Tale ricompensa Le sarà consegnata fra giorni. La cara salma ha avuto sepoltura con altri militi nello stesso campo di battaglia ora in nostro possesso. E’ stato impossibile portarlo in altro cimitero. Ma quale più glorioso di quello? Ed ora non mi resta che salutarla: non le mando parole di conforto che non esistono: è vero che se sono infelici quelli che la guerra fa morire senza poter piangere, sono più infelici quelli che per la guerra piangono senza poter morire. E lei avrà lacrime che non si asciugheranno mai purtroppo.
Mi creda frattanto, con affetto
Comandante 3 Battaglione 59 Reggimento fanteria
Maggiore Giuseppe Bartelloni
Tenente Luigi Pace, Zona di Guerra, 28.07.1918
Gent.ssima Signorina,
ieri ho ricevuto la sua lettera e mi affretto a rispondere subito. Il povero Ugo era venuto da pochi giorni al reggimento e subito prese parte ad un combattimento, e, benché la prima volta, si era fatto onore abbastanza, dimostrando una calma come se fosse stato un veterano. La sera del 30.06 l’andai a trovare nel suo ricovero e parlammo dell’azione che dovevamo intraprendere due giorni dopo e del possibile riposo. Il 2 luglio io ero c.a ad un km. a sinistra di lui e a combattimento finito, seppi da un soldato della sua compagnia la disgrazia toccatagli. Fu colpito da una scheggia di granata in testa che lo freddò immediatamente; era appena uscito dalla trincea con il suo plotone e fu la sola vittima fra gli ufficiali di quel giorno, tanto funesto per la famiglia Marcangeli e tanto fortunato per le armi italiane. Benchè fosse nuovo del reggimento, pure si era acquistata tanta simpatia che tutti gli volevano tanto bene; ed essendo il più giovane, lo chiamavano il potto in seguito ad una frase sua tutta in dialetto amerino.
La sua salma riposa nel cimitero fatto in quei giorni, in Val Campo a sud ovest di Monte Asolone: ha una croce dov’è inciso il suo nome, cognome, grado.
Come ho fatto sapere anche alla famiglia, appena andrò in riposo, quindi potrà avere modo di vedere quei del suo battaglione, mi informerò di tutte le altre cose che siano desiderata dalla famiglia. Ossequi alla famiglia Marcangeli e sua mi creda.
Ten. Luigi Pace
Avv. Pasquale Laureti,Spoleto, 26.07.1918
Carissimo Marcangeli,
più e più volte ho preso la penna per scriverle ma non ho potuto perché una volontà superiore, qualcosa di imperioso, un dolore al cuore, mi ha vietato di farlo.
La notizia mi giunse attraverso una cartolina di mia cugina Teresa. Mi sembrò un sogno tremendo. Ebbi la conferma con la partecipazione di ieri. Povero e caro ragazzo! Povera e bella giovinezza, spezzata nel rigoglio. Caro e amatissimo Ugo mio come qui tutto parla di te. V’è ancora il tuo lettuccio dove dormivi sogni tranquilli, la tua cameretta dove il sole veniva a salutarti la mattina, il tuo tavolino, la tua sedia, tutto v’è come quand’eri in vita! Qui parla tutto di te: la voce pare che risuoni nelle stanze… Eri tanto affezionato a noi come un figlio, come una parte della famiglia…Non posso al ricordo né piangere né singhiozzare. Mi sento una stretta forte nel petto e alla gola! Mio caro Marcangeli: ognuno ha dato qualcosa per questa guerra crudelissima, ma lei ha dato più di tutti, la speranza, la gioia, l’anima, ha dato il patrimonio suo degli affetti… ha dato Ugo il buon ragazzo diciottenne nell’ardore del suo sentimento e nella purezza della sua fede. A me non pare possibile che Ugo sia caduto, colpito dalla morte, a me pare che egli debba d’ora in ora ritornare fra noi, cuore eletto, fiore davvero bello, bellissimo. Egli ritornerà. Nella sera stanca verrà a trovarmi ed io riprenderò i lieti conversari in cui diventavo ragazzo come lui e con lui passavo le ore intime e gaie nel seno della famiglia. Egli tornerà perché muore la viltà, la pochezza, l’odio, la prepotenza, ma non può morire la bontà di un figlio diciottenne, la bellezza di Ugo , lo spirito suo eletto sta con noi sempre!
Un pietoso aneddoto: – Ugo aveva in simpatia, una giovinetta cara e buona, figlia di operai che abitano davanti alla finestra della camera sua. A questa che si chiama Elena scriveva di tanto in tanto e aveva dato anche i suoi ritratti. Orbene, la fanciulla prima ancora che giungesse la notizia, in sogno vide che Ugo cadeva.. La fanciulla ha pianto due giorni, si disperava, ad ancora non si sapeva nulla – il sogno però la torturava. Poi arrivò la notizia. Il sogno aveva detto il vero!
Caro Ugo sii tu amato in eterno, sii tu nei nostri cuori ricordo, conforto, amore sempre con noi e in noi, anima bella.Abbraccio e bacio il padre e la madre sua e la sorella con venerazione.
P. Laureti
Il Maggiore Generale Comandante della Scuola G. C. Ferrari, Scuola allievi ufficiali di complemento di Caserta, 29.07.1918
Spett.le Famiglia Marcangeli
Amelia
Questo comando ha espresso con dolore e orgoglio insieme la fine gloriosa dell’ex allievo Ugo Marcangeli, che con animo saldo e con nobile entusiasmo ha saputo immolare alla patria la sua bella giovinezza. Le parole del diario che lui scrisse in questa scuola irraggiano di luce più viva, il suo cosciente sacrificio; questo comando è grato a codesta nobile e sventurata famiglia che volle con gentile pensiero farlo conoscere anche qui ove sono ancora alcuni che ricordano e piangono l’eroico giovine perduto.
Insieme con le condoglianze di tutta la Scuola esprimo a codesta famiglia anche i sensi del mio personale cordoglio.
Il Maggiore Generale Comandante della Scuola
G. C. Ferrari
Il Preside Italo Amaldi, Regio Istituto tecnico Giovanni Spagna, Spoleto, 28.07.1918,
Voglia la S.V. accogliere le affettuose condoglianze. Che, anche a nome dei professori e degli alunni di questo R. Istituto Tecnico, porgo a lei e alla sua famiglia per la gloriosa ma dolorosissima perdita del suo Ugo. La memoria di Lui rimarrà perennemente nella ammirazione e nella riconoscenza dei Professori e degli alunni di questo Istituto.
Con i più distinti ossequi con le espressioni più vive e sentite della mia personale considerazione.
Il Preside Italo Amaldi
Abele Castellani
Il giorno 2 luglio u.s., combattendo da eroe, cadeva colpito da piombo nemico una perla di giovane: il sottotenente Ugo Marcangeli del 59esimo fanteria nativo di Piperno. Bruna testa ricciuta, occhi profondi di come chi scruta nei cuori; robusto aspetto di giovanile vigore: ecco Ugo Marcangeli. Sul suo viso ardente si leggeva una indomita risoluzione: la vita per la patria, per il dovere.
Infatti, nell’età in cui il sogno e la spensieratezza fanno gaia la vita, a soli 18 anni, chiamato dalla gran voce della patria diletta, partiva per compiere il proprio dovere, con l’entusiasmo giovanile, colla fede nella vittoria, col sorriso di chi, per una grande idea, abbandona alla morte i suoi anni verdi come alle braccia di irridente sposa.
L’uniforme era per lui un indumento sacro, i soldati anima e cuore di cui doveva essere il pastore, l’esercito un prolungamento della sua famiglia cara che adorava. Le virili e laconiche lettere che scriveva alla famiglia, agli amici suoi intimi, nulla debbono invidiare alle virtù spartane. Tutta la bellezza dell’animo suo si rileva in esse e leggendole sentiamo di trovarci di fronte ad un vittorioso, temprato all’attività più intensa e più tenace, senza macchia e senza paura. Egli non desiderava con impazienza che il momento della battaglia e, sicuro nel valore dell’esercito, il premio della vittoria. Infatti all’amico suo del cuore così scriveva: “Mi piacciono molto questi luoghi; in quattro giorni ho visto già diverse cose, quello che più vale ho inteso la vocina del nostro amico. Tranquillo attendo la mia ora e sono sempre lo stesso”.
E ai suoi genitori dalla zona di guerra il 23/05: “Sono ancora qui ed ho una frenesia matta di andare….” E poi ancora pochi giorni prima di cadere “Dai Monti benedetti d’Italia saluti e baci”.
Degno figlio di Leonida! Soltanto chi l’ha intimamente conosciuto, fraternamente amato, può intendere tutto il vero significato di queste sue frasi così recise, direi quasi fiere! Oh egli voleva rassicurare i suoi, l’amico che con la spensieratezza della vita studentesca, né la caserma, né il campo, né le asprezze della trincea, avevano per un solo istante sottratto l’anima sua all’amore della PATRIA e alla vendetta generosa. Vana assicurazione, che se noi abbiamo trepidato per lui, non era il timore che egli venisse meno alle sue promesse, raccolte spesso più che dalle labbra dalle scintille vivide dei suoi occhi neri; ma un triste presagio ci assaliva di continuo; sapendo il suo disprezzo per il pericolo Quante volte il nostro pensiero è volato lassù. E lo ha intravisto fra i nembi di polvere e di fumo, fra lampi di fuoco; bello, intrepido incitare i suoi alla pugna; lo ha ascoltato nelle ore di sosta parlare vibrante dei doveri e della grandezza della Patria.
Ed il 2 luglio anche il suo sangue cosparse la terra, divenuta altare di immolazione purissima. La sua giovinezza si era trasfigurata nella giovinezza eterna, la sua morte era compimento di una vita breve, sì, ma pienamente vissuta.
E’ forse vano il sacrificio di tante vite e specialmente di tali vite? Può una generazione che cresce in un’età preparata da mille e mille giovinezze generosamente offerte rifiutare il testamento di eroismo, di virtù, di sangue lasciato da loro?“Un’intima possenza. Trasfigura le cose e dalla morte. Nasce la vita, e ambedue compagne. Van per la terra altar di meraviglie e di ruine………. E’ vero: dalla morte la vita; ed il grano caduto a terra deve fruttificare. La gloria non avrà per confine la tomba; no la Patria con atti altamente civili rievocherà i figli gloriosi con lapidi commemorative, con marmi, con bronzi. Il nome del giovane che immola la vita sull’altare della patria è eterno come è eterna la luce, è un canto di gloria eterna come eterna l’armonia della natura. Alla tua tomba, Ugo adorato, sorrida la morbida carezza del sole; profusi vi olezzino i fiori di maggio; lene, lene vi batta la pioggia di primavera: puro lavacro di pianto e venerata ricordanza d’amore! Gloria sia sempre all’anima tua benedetta, che nella morte trovò la vita e si spense come le stelle al mattino: non per cadere nelle tenebre, ma per perdersi in un mare di luce.
Abele Castellani
G. Vizzardelli, Viterbo, 27.07.1918
Carissimo amico e collega, sono rimasto vivamente addolorato nel leggere la triste partecipazione. Ti invio anche io sentite e profonde condoglianze, anche da parte della mia Signora per la perdita di quel caro e bravo tuo figliolo caduto da eroe. Coraggio collega carissimo, grande è il tuo dolore ma più grande è la gloria che circonda della più pura luce la sua giovinezza estinta. Questo sia per te e per la tua gentile Signora e per la figliuola che vi rimane il più grande conforto e vi renda meno amaro il rimpianto, Ti stringo con affetto la mano e ti abbraccio con effusione
Tuo affe.mo Collega
G. Vizzardelli
Checchino Bonanni, Poggio Mirteto, 27.07.1918
Memmo Carissimo, con profondo dolore abbiamo appreso la fine, benché eroica, del tuo diletto Ugo.
Ed un eroe era veramente, che noi potemmo accertarcene durante il breve periodo di tempo che avemmo il piacere di accoglierlo fra noi. Il suo nobile cuore era sempre infiammato di veri e marcati sentimenti patriottici. Anelava egli sempre di misurarsi con l’aborrito nemico; ma purtroppo tu fosti profeta, mio povero Ugo, quando dichiaravi, a noi, per più volte, che se ti recavi al fronte, non saresti tornato. Mio povero Memmo non dico a te, non alla madre desolata, non alla sorella diletta, non piangete! Ma a lenire il vostro immenso dolore basti il fatto che il valoroso rimarrà scolpito nella mente di chi lo ha conosciuto e che le sue gesta serviranno di esempio e di sprone ai compagni superstiti. E siate orgogliosi di lui che veramente ne avete il diritto. Noi non potremo mai dimenticare quel caro figliolo, che era considerato come uno dei nostri, e a conferma di ciò t’informo che la sua fotografia è già fra quelle dei nostri cari defunti, e che fiori non gli mancheranno mai. Nel mentre inviamo le nostre vivissime condoglianze ti assicuro che tutti noi siamo con voi fortemente addolorati. Checchino Bonanni
Cara Amalia,
mi unisco a te nel pianto e nel dolore per l’immane perdita della preziosa esistenza del povero Ugo. In parte come la deve essere chi diede i giorni a tanto valore. Pensalo e ammiralo come faccio io. Abbracciandoti caramente, credimi
Antonietta
Costantino Zei Viterbo, 26.07.1918
Sig. Marcangeli,
sono padre anche io e mio figlio andrà presto a compiere il suo dovere. Il dovere è sacro, mentre l’amore è immenso. L’uomo che normalmente vive dei propri ricordi, dopo una così profonda lacerazione si logora nei ricordi stessi, e non si consola se no quando la forza dell’animo, che dovrebbe sempre trionfare sugli affetti di famiglia, gli dà la ragione umanitaria, il perché della sua immensa sciagura.
E’ inutile dire come e per quanto io mi associ al suo legittimo dolore.
Si faccia animo tenendo con se la cara e brava figliola, sostenendo quello della Signora Sua ed accolga un affettuoso abbraccio dal suo
Costantino Zei
Icilio Nibbi Spoleto, 26.07.1918
Caro Collega,la nobile altezza del tuo grande dolore di padre lacerato nel più caro degli affetti, mi commuove doppiamente e mi fa versare con te e con l’ottima trafitta madre amare lacrime sulla perdita di una giovane e preziosa esistenza. Qualche giorno prima di ricevere l’annunzio con le stigmate del lutto, aveva intesa la triste voce che non volli raccogliere, mi rifiutai di credere! Purtroppo la mia illusione è stata di breve durata. Le sante rivendicazioni della patria, che una memoria storica ha riserbata alla nostra generazione; ai nostri figli costano dolori terribili, strazi inenarrabili, il nostro sangue migliore, le nostre energie più floride e più promettenti. Gloria ai caduti! A loro è riservato il culto religioso della memoria, la gratitudine sempiterna di noi contemporanei e di chi succederà nel tempo in queste vicende della vita nazionale. Il loro olocausto non sarà vano e un giorno i posteri riconoscenti muoveranno devoti in pio pellegrinaggio alla loro tomba divenuta ara sacra, cenacolo fulgido di fede e di amore, e il loro generoso esempio muoverà gli animi e gli spiriti a cose sempre più grandi, a identità sempre più alte. Caro Collega, in quest’ora terribile divido sinceramente il tuo cordoglio e il tuo spasmo, e ti do l’abbraccio fraterno della consolazione e del dolore.
Aff.mo
Icilio Nibbi
Famiglia Rosini Sezze, 26.07.1918
Caro Memmo,
con immenso dispiacere abbiamo appreso la morte immatura del caro Ugo; non troviamo parole adatte per recare sollievo a voi genitori colpiti da tanta sventura. Vi sia di conforto il pensiero di aver dato un figlio per la salvezza della patria.
Famiglia Rosini
Pietro Dentini, Ricevitore del Registro, Viterbo, 26.07.1918
Carissimo amico e collega,
la tua partecipazione di lutto mi ha recato infinito dolore. Non avrei mai creduto che il tuo Ugo avrebbe dato così presto la sua giovane vita per la patria. Mi sembra ancora di vederlo a Viterbo alla vigilia della sua partenza per il fronte, con quel suo visino da bambino, che racchiudeva però l'anima forte e generosa, sorridente e sereno, contento di andare lassù dove si muore per vivere sempre. Povero figliolo! Anche io sono padre e sento anch’io l'intenso dolore tuo e della tua Signora e della figliola tua: ti sia di grande conforto il pensiero che la sua giovane vita che molto prometteva, è stata data alla Patria, è stata sacrificata per il bene dell'Italia, per la libertà del mondo intero.
Caro amico mio, la tua disgrazia è grande, è immensa ma il tuo orgoglio deve essere ancora maggiore e devi andare altero di aver dato il tuo unico figliolo per la Causa Santa. Al tuo dolore si associa mia moglie ed anche i miei bambini che lo videro anch'essi con le nuove mostrine del glorioso sessantesimo e tutti mandiamo alla sua memoria un dolce saluto.
Tuo affettuosissimo Collega ed Amico
Pietro Dentini
Avv. Andrea Albero, Capo del Registro e delle Ipoteche, Foligno, 27.07.1918
Collega Carissimo,
stamane il collega Nibbi ma ha comunicato la sciagura che ti ha colpito. Non ho parole atte ad esprimerti i sentimenti di condoglianze per la perdita del tuo adorato figlio. Ti conforti il pensare che è andato incontro alla morte col fiero proposito di compiere un sacro dovere verso la Patria, che del suo sacrificio deve esserti grata.
Siamo nei tempi di cui la storia non ne registra uguali per ideale di patria, eroismo di combattimenti e fede civile.
Tuo figlio è fra gli eroi ed il suo ricordo per quanto possa affliggere il tuo cuore di padre, ti allieterà nelle ore della auspicata vittoria, sapendo che a questa tu consacrasti il tuo idolo.
Un abbraccio di cuore
Tuo
A. Albero
Roma, Procura del Re, 26.07.1918
Gent.mo Sig. Memmo,
la sciagura che l’ha colpito repentinamente ha costernato l’animo mio e quello di mia moglie oltremodo; ci associamo interamente al suo dolore col presentare le più vive e sentite condoglianze anche alla sua famiglia. In questo momento di supremo dolore la incoraggio a rassegnarsi.
Distintamente la salutiamo con tutti i suoi cari.
Dev.mi
Guido e Mimma Emilio (???)
Via dei Gracchi n.84, Scala n.2, Roma
Cesira Cansacchi, 25.07.1918
Buono e gentile amico,
sono donna e madre e comprendo a pieno l'immensità della disgrazia che l'ha colpito. Piango amaramente con voi e vorrei saper dire tutto quello che ho sul cuore per consolarla. Iddio penserà certo a infondere quella rassegnazione che è necessaria per continuare a sopportare le grandi sciagure della vita. Ed io lo pregherò caldamente perché questo avvenga. Sono pure io in vivissima agitazione per mio figlio e se potrò essere un poco tranquilla, verrò a baciare la sua cara e infelice Signora, rendendogli quel tributo di condoglianza che l'anima mi suggerisce. Patria, patria sei bella, sei cara sei promettente, ma per renderti felice e libera, quante vittime fra i nostri giovani eroi, quante lacrime ci costi.
La prego di comunicare i nostri sentimenti affettuosi, il mio interessamento alla Signora e Signorina. Le stringo la mano. Mi creda.
Cesira Cansacchi
Luigi Pacifici, Zona di guerra 27.07.1918
Gent.ma Famiglia Marcangeli,
pochi minuti prima di partire, seppi dalla Sig.ra Pastura la disgrazia toccata al povero Ugo. Certo in questo momento così terribile, le parole non bastano per confortare chi è stato colpito da simili sciagure: vogliano ad ogni modo gradire l’espressioni mie della più viva condoglianza assicurando di prendere benché lontano parte al loro dolore, orgogliosi di avere avuto un figlio con un cuore gentile e forte. Assicuro di non dimenticarlo mai, e prometto che all’occasione saprò pure vendicarlo.
Invio saluti infiniti
Luigi Pacifici
Avv.to Carlo Millozza – Giudice Ministero della guerra, Roma, 27.07.1918
Carissimo amico,
apprendo con vivissimo dolore la morte prematura ma gloriosa del tuo caro Ugo, e faccio a te e ai tuoi le mie più vive condoglianze. Nessuna parola vale certo in questo momento a lenire l’immenso dolore tuo e della tua famiglia; son ferite queste che non rimarginano mai, son dolori che il tempo non varrà giammai distruggere; ne sono convintissimo. Soltanto vi può e vi deve essere di conforto il pensiero che il vostro Ugo morì eroicamente sul campo e per una più forte e grande Italia; è di sollievo la certezza di sapere il vostro diletto unito a quella schiera di forti e valorosi giovani che tutto dettero alla patria, tutto seppero sacrificare per il ristabilimento della pace nel mondo e per il trionfo della libertà e civiltà dei popoli. Rinnovo a te, mio caro Memmo, e ai tuoi le mie più vive condoglianze e con i migliori saluti credimi
Millozza
Pastura, Agenzia delle imposte dirette e del Catasto, Bracciano, 29.07.1918,
Carissimo Marcangeli,l’animo mio è vicino a te e con te piange la morte dell’eroico tuo figliolo. Non ti dico altro: comprendo, sento e condivido il tuo straziante dolore. Fatti coraggio. Ne hai il dovere per la Signora, la tua figliola. Alle mie condoglianze unisco quelle di mia moglie e di mia madre…………e non piangete che un bel ragazzo – bello e buono – come il tuo Ugo non sia più. T’abbraccio e ti bacio con tutta l’affetto e l’amicizia della nostra vecchia amicizia. Alla tua Signora e alla tua figliola l’espressione del nostro cordoglio.
A. Cerbini, Unione Cooperativa di consumo, Amelia 23.07.1918
Preg.mo Sig. Marcangeli,
a nome dell’intiero consiglio di amministrazione e rendendomi sicuro interprete del sentimento di tutti i soci per il gravissimo lutto che l’ha colpita per la perdita del compianto suo figlio che tanto fervore di virtù e di fede consacrò alla Patria, sacrificandosi per i suoi alti ideali.
Il Presidente
A. Cerbini
Dott.Alessandro Bonacelli, Ospedale Militare Principale, Stazione militare di disinfezione, ROMA – SCALO S. LORENZO, 12.08.1918
Mimmo carissimo,
non ti faccia meraviglia ricevere da me una lettera dopo un così lungo tempo, mentre per molti malintesi fra noi, era cessato ogni rapporto, ma in me non l’affetto vero e sincero di amico, anzi di fratello. Tu apprezzerai al suo giusto valore questo mio atto. Ieri per puro caso ho saputo della morte del tuo Ugo; non potevo tacere e immediatamente ho inteso il bisogno di dirti non parole di conforto, perché non ne ho – ne avrei bisogno per me – ma solo tutto il mio dolore, perché tu sappia che in mezzo a tante circostanze in me non è cessato solo per un momento l’affetto grande verso di te ed i tuoi. In questa tumultuosa vita di guerra, tutto ciò che è avvenuto da quattro anni mi sembra un sogno e ancora non mi sembra vero quanto mi è stato detto…ieri subito dopo la triste nuova tornato in casa aprii una piccola credenza dove dietro uno sportello il tuo Ugo aveva disegnato quando io ero in Amelia una faccia di austriaco: tutta una folla di ricordi cari mi tumultuava nel cuore e nella mente, ricordi che, dato lo stato d’animo, in cui scrivo è impossibile coordinare. Rivedo però il tuo caro, il tuo buon Ugo, tutta vibrante di vita, fremente al freno della tua saggia e paterna esperienza: egli era insofferente di limitazioni, il suo spirito si slanciava oltre i confini della vita familiare; il suo ingegno svegliato avrebbe prodotto a suo tempo effetti meravigliosi quando la coscienza della sua responsabilità l’avrebbero fatto maggiormente riflettere. E così è avvenuto, nella difesa della propria terra si è svegliato certo in lui questo senso di responsabilità, la sua mente acuta ha intuito la necessità del proprio olocausto e in un momento di nobile di una alta generosità si è sacrificato.
La sua non è morte, è vita, è gloria, è un movimento perenne che si è elevato da sé stesso presso tutti quelli che lo amavano: io sento con strazio, sì, la sua perdita materiale e l’ho pianta, la piango con te con la madre dolorosa, ma però comprendo che la sua anima bella, purificata dal battesimo di sangue, deve essere fra voi per confortarvi e rendervi meno straziante la sua assenza. Non posso in questa triste circostanza che confermarti ancora una volta tutta la mia amicizia e il mio affetto che spero vorrai gradire sinceramente.
Bacio le mani alla madre dolorosa alla quale dirai tutta la mia simpatia. A Maria, che ora dovrà essere per voi due volte figlia, un saluto commosso. A te un bacio e un abbraccio fraterno.
Tuo Lello, via Giulia n.16, Roma
P.S. Mi dimenticavo di dirti che mia moglie, Mario e Maria Teresa mi incaricano di dirvi tutta la loro simpatia per voi tutti. I piccoli hanno lungamente pianto per la perdita di Ugo buon compagno di giochi!
Emanuele Morelli, Bengasi, 13.08.1918
Carissimi zii,
ignoravo nel modo più assoluto che il povero Ugo fosse già da un pezzo sotto le armi; ritenevo che fosse stato chiamato insieme con Mario, anche la imprevista e improvvisa notizia della sua caduta sul campo di battaglia mi ha tanto più addolorato in quanto lo ritenevo ancora lontano dal battesimo del fuoco.
Non consentendo la distanza e gli eventi che da quattro anni mi tengono inesorabilmente lontano dai miei affetti più cari, manifestando in un modo diverso che con un telegramma la sincerità del mio vivissimo dolore per tale sventura, il mio cuore non sa trovare nessuna parola che possa in qualche modo lenire lo strazio dell’animo vostro, che è grande; so quanto è grande. Siate certo però che sebbene tanto lontano io sono in spirito vicinissimo a voi e insieme con voi piango per la perdita di questo giovinetto, che alla vigilia della sua glorificazione, ed a soli diciotto anni sapeva scrivervi “esultate e dite di essere felici di avere un figlio soldato”. E’ caduto. Il fato lo ha voluto compreso nella schiera dei mille valorosi di questa immane tragedia, ma il mio ricordo vivrà in eterno nella memoria di tutti noi; e se il vostro infinito dolore non consente conforti neppure dal tempo, cercate però di attingere il più possibile all’affetto della sorella Maria ed alla coscienza di saperlo caduto da prode per una causa giusta quanto santa, per il trionfo dell’umanità minacciata.
Preghiamo per lui che ci è stato maestro di fede e di coraggio e premiamo le lacrime che addolorano il povero Ugo anche oltre la tomba: sia nell’eroica rassegnazione il primo e grande conforto.Io attendo di rimpatriare al più presto per poter stringere voi e Maria in un solo affettuosissimo abbraccio.
Con affetto
Emanuele
Suor Maria di Loreto – Superiora Istituto del Buon Pastore, Viterbo, 28.07.1918
Vive Gesù e Maria!
Pregiatissimo Signore, Cara Signora,
come potrei adeguatamente ripeterle la parte vivissima che tutti noi abbiamo presa all’acerbo strazio dell’anima sua? Ah! La pena rimane muta innanzi a tanto dolore, né sa da qual parte rivolgersi per esprimere la mestizia dei nostri cuori! E’ come un fulmine a ciel sereno. Ah! Si, noi ci addoloriamo con loro, piangiamo con loro e ci confortiamo al pensiero che quell’anima bella sia già in cielo a godere i frutti dei suoi dolori tutti spesi alla gloria della Patria. Non abbiamo mancato di affrettargli l’ingresso alla gloria con le preghiere e colla santa Comunione che unanimemente, Religiose ed alunne, abbiamo fatto per il caro Ugo tanto amato da noi tutte.
E particolarmente abbiamo pregato e preghiamo per loro perché il Signore le sostenga in tanto affanno e le dia forza e salute di non soccombere.
Cara Signora, sì noi tutte siamo con loro, soffriamo con loro, ed io vorrei dirlo ora quanto maggiormente il mio cuore sentesi intimamente unito ad Ella e quanto le sia devoto. Non so e non posso dirle altro, cara signora, legga nell’animo mio ed interpreti il molto che vorrei esprimerle e alla cara Maria che immagino immersa nel dolore vadano le mie sincere condoglianze e la preghiera di non affliggersi oltre misura per potere essere la consolazione dei cari Genitori. Quanto le ho sempre voluto bene a questi due cari ragazzi! Dio solo sa quanto soffro in questo momento e già all’arrivo del Sig. Marcangeli ne avevo il presentimento. Tutti i giorni dopo il 16 domandai a Elena se avesse notizie, ci soffrivo tanto di non sapere nulla.
Ossequi al Signore, abbraccio la cara Signora e Maria con affetto.
Devotissima serva in Cristo.
Suor Maria di Loreto
A.G. Spitella, giovane dello studio dell’Avv.to P. Laureti
Egregio Signore,
come olezzante fiore che si schiude in un’alba radiosa di primavera, facendo mostra de’ suoi colori nel segreto incanto della natura, così era la giovinezza del mio carissimo amico Ugo che un fato tragico, barbaro, volle sottrarre per sempre ai nostri affetti. La sua repentina scomparsa da questo mondo che gli elargiva i tesori di una esistenza cosparsa di gioie e di sorrisi, ha lasciato in me una impressione incancellabile. La sciagura che ha colpito Lei e la sua famiglia non può certo avere né conforti né persuasioni, poiché la perdita immatura di un figlio, qual’era Ugo, è un dolore senza conforti.
A me sembra di vedere ancora Ugo intento a studiare nel suo tavolino. Nelle ore di ozio si parlava di storia, di autori, si discuteva sugli avvenimenti della guerra mondiale, e ognuno raffigurava le cose secondo il proprio giudizio. Alle volte però le tesi erano di parere contrario: alle mie constatazioni e contraddizioni Ugo si opponeva energicamente, e con raffronti cercava poi di convincermi in qualche maniera. Ma l’argomento suo preferito , di tutti i giorni, di tutte le ore, che attraeva irresistibilmente la sua mente e l’anima sua, era la guerra, l’arte bellica che oggi più che in altri tempi, esplica nel mondo la maggiore potenza distruttrice. Ne era infatuato, ossessionato! Egli anelava il fucile, la baionetta, la bombarda per battersi coi tedeschi……..e sognava sognava ad occhi aperte le Alpi, i Confini, il Carso, la Batnisizza, Trento, Trieste, e in questo sogno gli sembrava di affrontare tutto con fiera sicurezza e con superbo coraggio. Difatti chi poteva mai immaginare!….. Il suo sogno alfine divenne realtà e i suoi desideri furono esauditi su quei campi di lotte e di stragi, contribuendo anche lui alla causa della civiltà. Ma venne un giorno, un triste giorno fatale in cui, combattendo da eroe, cadde per un ideale che già intravedeva attraverso il suo destino.
Ora nel rievocare con un alto sentimento di affetto e di rimpianto la figura dell’amico buono, penso al breve tempo trascorso con lui.
Ormai tutto è passato, tutto è crollato, un fitto velo nero è sceso dall’alto a coprire per sempre ogni cosa e non rimane altro che il dolore.Io ancora odo la tua voce, ancora ti vedo scherzevole e sorridente, caro Ugo! Ogni moto dell’animo tuo era una manifestazione di forza e di esuberanza nella quale brillava la giovinezza!
Per la sacra memoria dell’ottimo amico perduto, per tanti dolci ricordi che esso ha lasciato nel mio cuore addolorato per così grave lutto, io porgo a lei e alla sua famiglia le più sentite, sincere ed affettuose condoglianze ed esprimo i sensi d’infinito cordoglio unito alle lacrime di eterno rimpianto. Perciò siale di conforto, egregio Signore, l’unanime compianto e la solidarietà del dolore, che le vengono da ogni luogo ove il suo degno figlio fu conosciuto.
La vita gentile Signore, è purtroppo un’alternativa di bene e di male; ma se le tristi vicende atterriscono e infrangono, bisogna pur trovare in noi la forza per lottare con esse. Il dolore sostenuto dalla fede non è disperato, ma rassegnato, e la nota poetica sorta dal benefico impulso d’un dolore rassegnato, è grande scuola di virtù e commuove vivamente ed apre gli occhi al pianto che ci solleva e ci migliora.
Devotissimo
A.G. Spitella, giovane dello studio
dell’Avv.to P. Laureti
Famiglia Laurae, Viterbo, 27.07.1918
Carissimi,
la dolorosa notizia ci ha trapassato l’animo. Oh! Se le nostre lagrime valessero a far cangiare gli eventi, esse, incessanti e copiose si unirebbero alle loro. Ma che giova il pianto e darsi in braccio al cupo dolore? La paziente rassegnazione è la sola medicina adatta a tanta jattura.
Ma al cuore affranto alla mente dilaniata resta pure un grande conforto, il pensare cioè che l’olocausto di egli purissimo sangue, fu in pro della patria. Tal pensiero fa giustamente inorgoglire. Chi per la patria muore ha ben vissuto! Un giorno riabbracceremo quell’anima che ora ha il proprio posto fra i martiri e gli eroi .
Coraggio e saluti cordialissimi
Famiglia Laurae
Zona di Guerra, 301 Plotone Carabinieri Reali, addetto 55esimo Fanteria
Associomi alla perdita per il caro Ugo.
Nettuno, (firma non leggibile), 31.07.1918
Carissima Maria,
la dolorosa partecipazione mi è stata qui respinta, ed è questa la ragione per cui non ho compiuto prima il mio dovere. Credi che sono dispiaciutissima della grave disgrazia che ha colpito la tua famiglia e penso spesso ai tuoi genitori per i quali non sei rimasta che tu. Siile di conforto Maria, fatti coraggio per loro giacché ne hanno bisogno. Essi ormai non vedono che in te un angelo consolatorio e tu devi cercare di supplire almeno in parte la mancanza del tuo Ugo adorato. Sarà difficile, lo so, ma cerca di fare coraggio soprattutto a tua madre che credo ne avrà più bisogno. Dammi tue notizie che mi giungono care.
Vive condoglianze
Vittorio Rovidotti, Applicato Ufficio Ipoteche, Viterbo, 31.07.1918
Unito a mia moglie e figli lontani e colleghi Ufficio Ipoteche invio le più sentite e vive condoglianze dell’immatura perdita del loro diletto Ugo. Iddio l’abbia nei suoi eterni riposi ed il suo nome nella storia della Patria d’Italia rimarrà immortale ai posteri.
Affettuosamente Vittorio Rovidotti
Applicato Ufficio Ipoteche
Arch. A. Petrginani, Il Direttore dei lavori della Basilica Ostiense di S. Paolo. Roma, 27.08.1918
Preg.mo Sig. Marcangeli,
il loro figliolo Ugo ha sacrificato alla Patria la sua giovane esistenza con la sua coscienza, la fede e l’ideale del suo eroe! Nel dolorosissimo distacco sia loro di conforto l’ammirazione, la ricompensa, l’unanime rimpianto che accompagna l’amato estinto nel suo transito alla legione degli Immortali!
Con ossequio
Arch. A. Petrignani
Il Segretario, Comune di Sezze, Linneo Caciari, Sezze, 27.07.1918
Amico Carissimo,
apprendo col più vivo dolore la morte gloriosa del tuo povero Ugo e credi pure che non senza commozione il mio pensiero è corso incontro al tuo strazio ed a quello della inconsolabile tua Signora. Sono colpi spietati, e feroci di cui la fibra umana viene spesso scossa profondamente. Nessuno può compiangerti più di me, padre, e vecchio tuo amico sincero.
A tanta sventura, non azzardo parole di conforto; solo mi auguro ti sia possibile sollievo il compianto di questa intera cittadinanza che pur sapeva la bontà e le virtù del tuo caro figlio.
Anche da parte della mia famiglia, porgi alla tua Signora le mie più affettuose condoglianze e tu abbii un bacio ed un abbraccio
Linneo
Marina di San Vito (CH), firma non leggibilie 24.08.1918
Carissimo amico,
mi è stata recapitata qui la partecipazione della morte gloriosa del tuo povero Ugo. Di fronte a così mirabile esempio di abnegazione e di sacrificio, di fronte a tanto insuperabile patriottismo, io ritengo che se il cuore della famiglia debba esserne angosciato per la morte di un giovane appena diciottenne e pieno delle più belle speranze, l’orgoglio debba essere tale da compensare il dolore. E’ perciò che io se da una parte mi associo al cordoglio tuo e della tua famiglia, dall’altra ti esprimo la mia ammirazione, nella sicura coscienza che, comprendendo questi miei sentimenti, voglia gradire la mia più sincera e cordiale ………. Con immutato affetto
Amelia, Giuseppina Vizzardelli
Sarò forse una delle ultime a compiere questo dovere doloroso, ma che vuoi Maria mia, sono lettere queste che spezzano il cuore, perché non si può trovare nessuna parola per lenire tanto dolore. Credi pure che io ho preso tanta parte all’immenso dispiacere piombato nella tua cara famiglia e sono rimasta tanto impressionata nell’apprendere la perdita del tuo adorato fratello. Vorrei esserti vicino, Maria mia, per piangere insieme, e per rivolgerti qualche parola dolce se ti fosse di conforto. Ma purtroppo so che in simili circostanze non giova nulla a calmare certi dispiaceri. Coraggio mia cara amica, la sua gloriosa morte potrà in qualche modo, rendervi benché piccolo un po’ di sollievo e il suo santo nome lo avrete un giorno nel libro d’oro fra quelli di tanti altri caduti per la Patria. Dio mio in quali dure prove ci avete sottoposto, quante madri, quante spose, quante sorelle piangono la perdita dei loro cari!!!!
Pensa tu a portare un po’ di conforto sul cuore di queste infelici. Di nuovo Maria fatti coraggio e consola la tua cara mamma che non à altro che te.
Porgi a lei le mie più sincere condoglianze e tu ricevi un grosso bacio dalla tua amica.
Giuseppina Vizzardelli
Elisa, Sezze, 26.07.1918
Mia buona Maria,
solo da ieri ho saputo la morte del povero Ugo, ed oggi come mio dovere ti scrivo. Non trovo parole adatte per esprimerti ciò che anche io ho sofferto pensando alla sventura che ti ha colpito; ma cosa fare? Il destino crudele vuole così e noi o per forza o per buona voglia dobbiamo chinare il capo sotto i colpi della sventura. Coraggio Maria e rassegnazione. Solleva i tuoi genitori e cerca di rendere loro meno dolorosa la perdita di tuo fratello. Capisco che di fronte al vostro dolore le mie parole sono ben poca cosa. Ma credi Maria anche io con te soffro e prendo parte al tuo dolore come una sorella. Vorrei consolarti, vorrei dirti qualche frase che sollevi il tuo animo abbattuto, ma comprendo bene che in queste circostanze è impossibile lenire una piaga tanto viva e profonda. Desidererei in questi giorni sì tristi per te esserti vicina, per distrarti per quanto mi fosse possibile con le mie parole, ma questo lungo spazio che ci separa mi impedisce di fare ciò che vorrei. A nome dei miei e da me invio condoglianze e saluti a te ed alla tua famiglia. Un'ultima volta ti raccomando coraggio e rassegnazione. Ti invio tanti baci. La tua amica Elisa che ti vuole tanto bene
Alfredo, Elvira Maltagliati, Roma 28.07.1918
Gent.mo Sig. Marcangeli,
da mio cognato apprendo la dolorosa notizia che li colpisce. Compenetrati dall’immensità del loro dolore, ci permettiamo (se possono valere parole e conforti) di rispettosamente rispettare del nostro più sincero cordoglio. Povero giovane immolato nell’adempimento del più sacro dei doveri.. Alla sua memoria, alla sua ………. Famiglia, vadano le benemerenze della patria riconoscente. Poco conforto in tanto dolore. Alla sua egregia Signora e Signorina conforti e saluti..
Al piacere fra qualche giorno di stringerle la mano……..frattanto…. e la riverisco
Alfredo, Elvira Maltagliati
Maria Attili, Roma, 31.07.1918
Gent.ma Sig.ra Amalia, ho appreso solo ieri la straziante notizie, ne ho sentita una acerba pena . Mio Dio, povero Ugo a diciott’anni? Fortuna per lui che sarà morto senza soffrire!
Al dolore suo Signora Amalia, a quello di suo marito e di Maria, so di non poter recare alcun conforto con le mie povere parole. Il tempo, soltanto il tempo, può medicare certe piaghe. Siano forti i genitori di un prode soldato d’Italia, e la sorella li conforti nel loro immane dolore. Abbia con la sua famiglia, l’assicurazione della mia sincera amicizia.
Maria Attili
Faustina Vivarelli, Fausta Vivarelli, 27.07.1918
Carissima Signora Amalia,
inattesa, triste, dolorosissima ci è giunta la ferale notizia della dipartita del loro amato Ugo. Amato Ugo da chi lo conobbe, da chi ebbe…. di conoscere le di lui doti di …. e di cuore. E nel numero di tali persone ci sono io, c'è la mia famiglia intera che alla sua è legata da sincera perenne amicizia che a Lei, consorte e Maria è unita nel dolore e piange purtroppo la perdita della giovane e promettente esistenza del caro estinto.
Col cuore pieno d'ambascia, vorrei Cara signora, portare conforto all'animo trafitto con parole piene di rassegnazione e d'incoraggiamento…..! Un cuore di madre troppo compresa dalla sventura non trova espressioni…………….. non sia concessa da una maggiore vicinanza presentarmi a lei e unire alle mie le Sue, le loro lacrime. Da lontano un pensiero solo mi consola, pensiero che mi è gioco forza esprimerle. Il caro Ugo non si è spento. Egli vive nella mente di chi lo conobbe, giovane volenteroso e buono, incurante del pericolo, pel dovere si è immolato per la patria che del grata se ne gloria, come gloriosa e altera può andare la famiglia che sì bene ha saputo instillare nell'animo suo i sentimenti del dolore e dell'abnegazione. Il caro nome sarà scritto in caratteri d'oro e con riverenza sarà pronunciato dalla Nazione riconoscente. Le sia pure di conforto che il Signore le ha (fatto il dono) di un'altra creatura tanto buona e cara; per essa e per il marito si faccia coraggio. La sua fede nella religione le sia di balsamo alle sue pene e voglia il Signore confortarla con infinite grazie.
Mio marito e figli a me si uniscono nel presentarle le loro condoglianze estendibili al Signor Ricevitore e a Maria e lei gradisca con una stretta di mano un affettuoso abbraccio dalla sua affettuosissima amica
Vivarelli Faustina
A. Nasi, Terni, 30.07.1918
Gent.mo Ricevitore,
assai dolorosa è stata anche per me la immatura perdita del suo valororo figliolo, ed ho di cuore condiviso il suo cordoglio.
Il suo animo forte saprà resistere a questa irreparabile sventura e sia fiera al pensiero che il suo nome è legato ai destini della nostra patria minacciata dal barbaro invasore.
Si faccia animo e raccolga tutte le forze dell’animo suo per dare coraggio all’ottima sua signora consorte ed alla figliola, privata anch’essa dell’affetto fraterno.
Da me riceva le più calde condoglianze ed i sensi della mia stima
Dev.mo
A. Nasi
A. Bonacelli, Prodotti Chimici, Corso Vittorio Emanuele n.193 – 195, Roma
Signor Marcangeli,
ho avuto con molto ritardo la notizia della terribile sciagura per la perdita dell’amato Ugo. Sono stato diverso tempo a Genova per lavoro.
Non credo vi siano parole per lenire il vostro dolore. Forse una morte gloriosa; la giovane esistenza sacrificata alla Patria, può darvi coraggio a sopportare con più rassegnazione la sciagura. Vi accerto che tutti abbiamo preso parte al dolore e vi facciamo le nostre condoglianze.
Saluti distinti alla Signora e figlia anche per la mia famiglia.
Affettuosissimo amico
A. Bonacelli
E. Abate, Borgo San Lorenzo, Agenzia per le Imposte Dirette, 4.08.1918
Carissimo Ricevitore,
oggi di ritorno da un congedo, ho trovato la sua partecipazione. Avevo saputo con grande piacere che il povero Ugo fosse già Ufficiale, quando io lo avevo ancora presente nella mia mente, come un ragazzo tanto simpatico, quanto vivace.
Il suo carattere naturalmente lo portava ad essere un bravo ufficiale, perché non era un uno “sgobbone ciuco e birbone” e nulla poteva alterare il suo buon umore. Poi i buoni sentimenti acquistati nella sua famiglia gli avevano certamente data la fede e il coraggio, con cui Egli ha sacrificato la sua vita coprendo di onore sé e la sua famiglia.
Dal mio dolore posso misurare il suo; ma credo d’indovinare che Lei, la Signor a Amalia e la loro Signorina hanno trovato un conforto nella piena consapevolezza della grandezza del sacrificio compiuto.
La forma e la sostanza della sua partecipazione non fanno che cementare nel dolore la cara amicizia che mi lega a Lei e alla sua famiglia.
Le stringo la mano, carissimo Ricevitore, e la prego di porgere tanti ossequi ed affettuosi saluti alla Signora Amalia ed alla Signorina.Mi abbia sempre per Suo affettuosissimo
E. Abate
Amelia, Abele Castellani, 24.07.1918
Mi perdonerà se con la mia presenza non sia venuto in persona a fare le dovute condoglianze per la perdita irreparabile e contro la quale non esiste rassegnazione dell’amico Ugo, unico forse fra gli amici che io amavo (lei lo sa) come fratello.
Le dico francamente che è contro il mio carattere l’amare e confortare in sì dolore occasioni ma orbata famiglia che più che del conforto ha bisogno di quiete e solitudine.
Non sarebbe stato certo per me e più ancora per loro un più forte dolore in simili casi la visita di colui che era tutt’uno con il suo buon figlio?
Da parte mia quantunque non ve ne sia bisogno le dirò di farsi d’animo il più possibile poiché non sono solamente eroi quelli che muoiono nel campo di battaglia ma anche quelli che sanno resistere stoicamente al dolore di aver perduto una persona cara e che a quel dolore non cedono né si piegano.
Con le più sentite condoglianze di un cuore straziato quanto il suo si degni gradire insieme alla famiglia i più deferenti ossequi.
Abele Castellani
Umberto Papini, Roma, 30.07.1918
Gent.mi Signori Marcangeli,
siamo tutti noi associati al loro dolore per sì immatura perdita. Non abbiamo parole bastevoli per consolarli e comprendiamo il grande dispiacere di vedere troncata una innocente esistenza causa la iniqua epoca che attraversiamo.
Vorremmo essere vicini per procurare loro qualche sollievo. Si facciano coraggio; ma certo, tanti buoni, non meritavano questo castigo. Ernestina, Lalla, Ugo ed io abbiamo pianto come se fosse un nostro fratellino.
Papini Umberto
Giuseppina Cuccioli, Viterbo, 30.07.1918
Gentile, cara Signorina,
solo ora apprendiamo la triste nuova della morte di suo fratello e noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere l’animo buono di lei, comprendiamo comprendiamo bene il suo grande dolore. Non intendiamo con la nostra povera parola recarle sollievo, spaendo bene, come innanzi a simili amarezza riesce il più delle volte sterile la voce affettuosa dell’amicizia, ma non vogliamo tralasciare di dirle che buona parte del suo dolore è anche il nostro e con sincero animo partecipaimo al lutto della sua famiglia.
Affettuosamente Dev.ma
Giuseppina Cuccioli
Gino Santori, Tenente di Fanteria, S. Leucio
Sig. Marcangeli,
apprendo ora dolorosamente la morte in guerra del suo adorato, per me compagno e collega. Lo rivedo ancora nella sua divisa d’aspirante con la sua faccia imberbe, il sorriso ingenuo, l’occhio mite e mi sembra impossibile possa essersi spenta tanta giovinezza, tanta vivacità.
Per simili perdite la parola manca e sembra perda significato, non ricorro quindi alle solite frasi, solo la prego ritenermi partecipe al suo sacro dolore.
Dev.mo Tenente Gino Santori
Tenente di Fanteria
Livini, 3.08.1918
Collega Carissimo,
lessi la partecipazione della sventura che ti ha colpito e ne fui estremamente commosso.
Il dolore della tua famiglia, è senza dubbio immenso, ma l’orgoglio di aver dato alla Patria il vostro sangue, l’amato unica figlio deve rendervi superbi.
Ma la mamma?……….. Poverina!!
Ti abbraccio con vivo affetto
Livini
Ersilio Guglielmo,Sotto Tenente nei RR. CC., Ancona, 24.07.1918
Mio troppo caro compare,
non ho la forza di scriverti e se questo foglio fosse completamente bianco, tu sentiresti ugualmente il mio pensiero, il nostro pensiero!
A te caro, alla gentilissima Signora Comare, alla buona Maria, tutto il nostro pensiero.
Troppo vivo, sempre vivo, il ricordo del tempo felice insieme trascorso.
Troppo cara a noi e a voi la sua esistenza, la sua vita orgogliosa, la sua bontà. Tanto presto, troppo presto. Egli ha dato la sua cara persona a Dio in nome della Patria ! Perdonami compare, se lascio. Vorrei starti vicino, vorrei dirti tante cose; ma non posso, così inaspettata, tanto brusca mi è giunta la notizia che mai volevo.
Alla Sig.ra Comare i miei rispettosi ossequi. A Maria la preghiera di farvi animo; a te calma e coraggio.
Perdonami se ti ho disturbato per altre cose. Ignoravo.
E ora vado a dare a Ida la triste nuova.
Ti abbraccio intensamente, ti bacio fraternamente.
Affettuosissimo tuo
Ersilio Guglielmo
Segr. Cupetta, Il Segretario particolare del Sottogretario di Stato per l’industria il commercio e il lavoro, Roma
Apprendo con profondo rammarico che anche il tuo bravo figliolo è caduto, caduto gloriosamente, continuando così ad accrescere l’eletta schiera di giovani eroi immolatisi per la grandezza della Patria. Comprendo il suo dolore di padre e le invio le più sentite e devote condoglianze; le sia però di grande conforto e di legittimo orgoglio il pensiero che suo figlio ha scritto a luminosi caratteri il suo nome nelle pagine più belle della storia d’Italia. Sia onore per sempre alla sua cara memoria. Si faccia animo e gradisca mille cose.
Segr. Cupetta.
Dott. Angelo Baldassarini (Angelino), Velletri, 23.07.1918
Carissimi Memmo, Amalia, Maria
c'è bisogno che io vi dica che vorrei poter volare per venire a piangere con voi la perdita dolorosissima? Mai come in questo momento ho rimpianta la mia perduta libertà e mi sono sentito avvilito per non poter correre là dove un cumulo di affetti mi chiama.
Trasferito a Velletri da tre giorni ho trovato l'ospedale militare così pieno zeppo di soldati malati che il Direttore per quanto animato dall'orgogliosa volontà non ha potuto concedermi il domandato e desiderato permesso.
Pastura al quale mi sono rivolto vi avrà già parlato di me e immagino che il vostro caro amico avrà saputo e potuto consolarvi nel momento dolorosissimo. Io penso di non potervi dire niente. La triste notizia mi ha colpito stranamente e non posso pensare al troncamento violento e improvviso di una esistenza giovane, gagliarda, promettente come quella di Ugo.
Credetemi sono come istupidito.
Voi, Memmo ed Amalia, concentrate il vostro affetto su Maria e cercate di trovare un po' di conforto in questa figlia che vi rimane.
Non so se Bianca a cui ho comunicato la sventura l'ha saputa. Ad ogni modo vi scriverà.
Altro non so né posso dirvi.
Coraggio, coraggio, coraggio
Angelino
MicheleGiammaroli, Ricevitore del Registro, 2.08.1918
Caro Collega ed amico,
ti porgo le mie più vive e sincere condoglianze per la grave disgrazia. Essendo anch’io padre mio mi figuro il tuo immenso dolore e quello della tua gentile Signora. Al vostro dolore mi associo e ne prendo immensa parte tanto più che avevo avuto il piacere di conoscere personalmente il caro e glorioso estinto. Nell’acuto ed inconsolabile cordoglio vi sia di contento il sapere che Egli s’immolò per il bene di tutti, per una più grande e bella Italia, per una nuova civiltà: quella del diritto e della giustizia.
Nella partecipazione leggo e con piacere. Che tu vai orgoglioso per l’immatura perdita del tuo diletto figlio perché dava l’esistenza, appena sbocciata, per la diletta Patria. Quest’orgoglio ti sia di forza a sopportare con rassegnazione la disgrazia avuta. Nel presente le mie più vie e sincere condoglianze anche alla tua Signora che non ho il piacere di conoscere, pensa a darle quel coraggio che è necessario per una madre.
Salutandoti con affetto abbii un cordiale abbraccio dal tuo
Aff.mo Michele Giammaroli
Mario Felici, Roma, 5.08.1918
Egregio Sig. Marcangeli,
ho appreso la triste notizia con un primo senso d’incredulità tanto mi sembrava impossibile che la tenera e balda esistenza del caro Ugo fosse venuta a mancare; ma purtroppo il giovane e valoroso eroe non è più!
Comprendo e condivido il suo smisurato dolore perché Ugo, oltre a essere figlio affettuosissimo, riuniva tutte le migliori doti che facevano preconizzare di lui le più belle e lusinghiere speranze!
E’ inconsolabile la perdita, ma la sublime santità del di lui sacrificio affrontato con sereno slancio, forma il sacro orgoglio suo e della Famiglia, che in questo e nella viva partecipazione degli amici, troverà quel conforto e sollievo che mi auguro con tutta l’espressione dell’anima.
Con la massima deferenza e cordialità mi abbia di lei.
Dev.mo Mario Felici
Giuseppe Mercuri (Peppino) Zona di Guerra, Tenente Battaglione complementare, Brigata Perugia, 4.08.1918
Memmo carissimo,
solo oggi ricevo la da casa la ferale notizia della morte del povero Ugo. La notizia mia ha profondamente e sinceramente addolorato e non trovo parole atte a lenire il dolore tuo della famiglia, dolore che ti fa sanguinare il cuore. Forse sarà caduto vittima nobile della sua audacia, anzi sicuramente. Egli è stato un eroe, uno dei tanti eroi di cui giustamente oggi la nostra Italia ne va superba. A me che per lungo tempo lo tenni compagno e che non potetti apprezzare le non comuni doti di cuore e d’ingegno la sua vita lascia un ricordo imperituro. Ti consoli il pensiero che Egli è caduto non invano e che è morto con la fronte rivolta allo straniero e con le armi in pugno.
Fa coraggio alla Sig.ra Amalia e a Maria.
Memmo carissimo, la penna mi trema fra le mani e la commozione non mi permette di proseguire, invio alla Sig.ra Amalia e a Maria i sensi della mia più profonda devozione; tu abbi un forte abbraccio dal tuo
Peppino Mercuri
Guido Fusi, Stresa, 13.08.1918
Carissimo Marcangeli,
addoloratissimo del triste annuncio che ho ricevuto oggi qui ove mi trovo in licenza, piango con Lei l’irreparabile perdita del carissimo Ugo condividendo il senso di infinito orgoglio per una fine tanto gloriosa. A lei ed alla sua Signora che seppero instillare nell’animo del loro diletto tanta forza di eroismo ed un così alto senso del dovere verso la Patria, vada tutto il mio compianto e la mia ammirazione e certo che pure in mezzo a tanto strazio Ella saprà trovare quel conforto che solo la nobiltà del sacrificio può dare.
L’abbraccio con memore affetto
Guido Fusi
Tuscania (VT), E. Cardarelli, 9.08.1918
Carissimo Marcangeli,
con profondo dolore apprendo la notizia che tuo figlio è caduto in guerra. A te e alla tua famiglia le mie più sincere condoglianze; nel dolore sia a voi di conforto il pensiero che il bravo Ugo ha dato la sua vita per la più santa delle cause.
Un abbraccio affettuoso
Tuo E. Cardarelli
Luigi Baldassarini, Maria Libertini, Maria Baldassarini, Sezze 27.07.1918
Cara,
non appena sentimmo la dolorosa notizia che il nostro Ugo era morto, scoppiammo in un pianto dirotto ripensando all’affetto che il caro cuginetto nutriva per noi. E’ stata una sciagura inaspettata e nel medesimo tempo dolorosissima. Non credere che perché lontani poco ci sia dispiaciuto la perdita di Ughetto poiché ci amavamo reciprocamente. Povero cugino! Purtroppo noi sappiamo che per voi tre è un immenso dolore. D’altronde cosa fare? E’ stato il destino infame che ci ha rubato quella cara esistenza, quel caro essere, quell’amabile cugino. Tu rimasta sola non farti vedere troppo afflitta dai tuoi desolati genitori e cerca ogni maniera per consolarli. Tu sei l’unica speranza, l’unica gioia dei tuoi cari. Anche noi ripetiamo l’invito già fatto da papà e da mamma di venire fra noi così potremo insieme alquanto lenire il grande dolore.
Con il dispiacere della perdita del caro Ugo e con il cuore affranto ti inviamo baci carissimi.
Gino, Maria Libertini, Maria
Teresita, 29.07.1918
Miei cari,
lasciate che anch'io mi associ al vostro dolore! Tanto più mi sento colpita perché mi considero e sempre mi sono intesa una sorella o una mamma per Ugo e Maria. La perdita è immane, il lutto è grave e non cercherò neanche per un istante di cercare una frase di sollievo per voi tutti che ne avete tanto bisogno! Ma troverei qualunque espressione troppo banale ad una sì grave disgrazia.
Vorrei esservi vicina, non per potervi consolare, perché non sarei capace, ma per piangere assieme il caro Ughetto.
In questi giorni mi sentivo agitata perché non avevo ricevuto nulla dal Sig. Domenico e Maria i quali mi avevano promesso di rassicurarmi con una cartolina………..
Oggi sono sinceramente costernata. Se fosse stato un vero fratello di sangue non potrei risentirne tanto. Il nostro Ughetto, quella faccina infantile, che voleva darsi dell'uomo, non lo vedremo più, non lo credo, non può essere!
Sarà uno sbaglio. Attendo ancora qualche altra notizia.
Povera Signota Amalia, povera cara Mariolina, che dirvi? Sono con voi e comprendo tutta la terribile procella rovesciata sopra. Le più sentite condoglianze di mia zia, zio e nonna e da me, non so sono frastornata.
Vicina a voi tutti con affetto.
Teresita
Don Angelo di Tomaso, Amelia, 23.07.1918
Egregio e carissimo Signore,
non secondo ad altri nel partecipare al di Lei cordoglio per l’acerbatissima perdita del figlio adorato, m’imposi di rispettare in silenzio i primi momenti strazianti per il cuore paterno e materno. Ora mi fo animo di esprimerle tutta la mia simpatia nell’ora del lutto. Se oltre alla gloria di aver dato un tal figlio alla patria, può lenirle la ferita anche la mia condoglianza. L’assicuro che è profonda e vivamente sentita.
Don Angelo di Tomaso
Virginio Spagnoli, Amelia, 22.07.1918
Gent.mo Signore,
alle tante condoglianze che Le saranno pervenute per l’improvvisa disgrazia toccatale della morte del suo amato e caro figliolo, aggiungo le mie, pregandola di accettare le espressioni più sincere dell’animo mio che vorrei portassero qualche lenimento al dolore che non potrà essere nel momento cancellato dalla sua anima. Ogni parola di conforto non varrà certo a sollevare il suo spirito e quindi quello che in tale luttuosa circostanza, Le si può dire è che suo figlio ha combattuto per una causa giusta e per sollecitare quanto prima un’onorata vittoria. Sollevi anche il suo sguardo al Cielo e il conforto maggiore lo dovrà attingere nel seno della religione.
Tutti sono stati commossi alla notizia sparsasi ad Amelia, segno che il suo figliolo era amato e da tutti ben visto, ed anche ciò è per lei fonte di conforto.
Pregala esprimere le mie più sincere condoglianze anche alla sua famiglia, mentre coi sensi più vivi di attaccamento e di stima profonda me le ripeto di Lei.
Virginio Spagnoli
C. Cuneo, Narni, 26.07.1918
Stimatissimo Sig. Marcangeli,permetta che io pure mi stringa attorno a lei nell’ora dello strazio inumano dell’anima sua, insieme ai più fidi suoi. Sono un padre, ho avuto un figlio dilettissimo al fronte, so che cosa siano le sofferenze del dubbio, e so che quelle della triste irrimediabile certezza debbano essere inenarrabili. Non voglio presumere affatto di portarle conforto con parole, voglio dirle che io la comprendo, che ho per lei tutta la simpatia che le grandi sventure comandano all’anima, ma che ho pure una grande ammirazione per il suo figlio adolescente di età vigoroso nei sentimenti e nel valore.
Non la consolerà nel dolore, ma non potrà non tornarle cara questa generale ammirazione, anche muta, di chi la circonda, pel figlio diletto che a 18 anni ebbe l’ideale della patria al disopra di ogni affetto e di ogni meta.
Una stretta di mano
Dev.mo C. Cuneo
A. Granati, Amelia, 22.07.1918
Gent.mo Sig. Marcangeli,
verrei ben volentieri a farle una visita, ma non ne sento il coraggio, non sapendo come confortarla, essendo io stato pari a lei provato dalla stessa immane sciagura.
Le sia di conforto e di aiuto a sopportare l’immenso dolore il pensiero che migliaia di famiglie sono state colpite dalla stessa sventura.
A. Granati
Giovanni Spagnoli, Amelia, 22.07.2012
Carissimo Marcangeli,
la sua partecipazione mi ha arrecato una dolorosa sorpresa.
Ricordo suo figlio bello, robusto, serio e mi sembra quasi incredibile che egli non sia più. Fatevi coraggio per quanto è possibile e rassegnatevi all’avverso destino.
Se valgo a qualche cosa comandatemi
Giovanni Spagnoli
Ferruccio Crescentini, Castel Nuovo di Porto (RM), 2.08.1918
Carissimo amico e collega,
ho ricevuto il triste annunzio e ne sono rimasto profondamente addolorato. Immagino tutto la strazio dell’animo tuo e non tento di lenire con parole il tuo immenso dolore e cui m’inchino. Sia almeno di conforto a te ed ai tuoi il pensiero che il vostro caro Ugo ha dato eroicamente la sua giovane vita per il sublime ideale della patria ed ha compiuto serenamente il sacrificio supremo con la visione radiosa dell’immancabile vittoria per la nostra santa causa.
Coraggio dunque
Ti abbraccio e ti bacio fraternamente
Ferruccio Crescentini
Angelina, Nicastro, 30.07.1918
Maria mia addolorata, Dev.ma Signora, non trovo il coraggio di scrivervi una parola. Quali parole potrei dirvi io in tanta sventura? Piango con voi e prego iddio che vi dia la forza di sopportarla. Ma ti procuri di darti animo, cara Maria, perché devi essere l’unica consolatrice di tua madre.
Pensa alla sua salute, fa che il suo cuore trovi nel tuo un po’ di calma, una tregua al dolore che la opprime.
E non aggiungo vane espressioni. Ti bacio in silenzio, piangendo.
Tua Angelina
Adelaide Papini, Viterbo, 20.07.1918
Miei carissimi,
io sono ancora stordita per l'annuncio doloroso datomi. Dirvi parole di conforto mi sembra troppo usuale nonché banale. Piangere con voi? Sì, piango non amaramente, ma orgogliosamente, orgogliosamente come si conviene per aver un figliuolo, un fratello, un amico, sì giovane e sì valoroso. Onore al grande giovane, gloria a lui, che nella sua breve vita si è saputo mantenere saldo nei suoi principi di vero italiano, e rendersi un nome da scriversi nell'albo d'oro dei valorosi. Fatevi dunque orgogliosi di avere dato alla Patria, quanto avevate di caro, di averla illustrata con il vostro nome, piangetelo con fierezza chè lui…. dall'alto del cielo, possa dirci ero degno della mia famiglia!Vorrei miei carissimi avervi vicini, unirmi al vostro santo dolore, ed infondervi coraggio.
Signore Domenico, Signora Amalia, Maria, il momento che attraversate è terribilmente ……….. ma, attraversatelo a testa alta, fate, che la gente ammiri in voi i parenti dell'Eroe. Non so se a casa mia sappiano della perdita del caro Ugo, ad ogni modo credo che appena gliene parlerò si uniranno dolorosamente a voi. Sentano, che casa nostra è aperta, facciano una scappata a Viterbo che le farà buono specie alla Signora Amalia che ne ha molto bisogno, specie ora.
Guardi li aspetto con desiderio vivissimo, a giorni …… anch'io, verrò ad attendervi alla stazione.
Per ora, non posso dire altro se nonché mi unisco, mi stringo ai loro cuori.
Con affetto vivissimo sperando in miglior conforto.
Adelaide Papini
Amelia, Cleto della Casa, 24.07.1918
Ill.mo Sig. Marcangeli,
non saprei come fare per confortare la S.V. per la perdita del suo amato figlio Ugo, di questo eroico giovane caduto combattendo l’esecrato nostro nemico; le dirò soltanto che nell’immane sciagura che l’ha colpita, dev’essere di lenimento al suo dolore il sapere che il sublime entusiasmo e l’ardimento coi quali egli ha partecipato alla guerra e dato la sua vita perla patria, rendono il nome di lui degno dell’ammirazione generale.
Cleto della Casa
Roma, Giovanna Leo, 31.07.1918
Maria mia,
ho lasciato trascorrere qualche giorno perché prima non avevo la forza…., il coraggio di scriverti… Maria, mia buona amica, quale orribile sciagura ha infranto la pace dolce della tua famiglia…ha straziato la tua giovane esistenza!…. vorrei poterti esprimere tutta l'impressione….lo sbalordimento…l'acutezza dolorosissima che mi prese quando seppi la terribile verità…ma non posso Maria, mi sento l'anima agghiacciata ed il cuore divenire muto sotto il peso di un’agitazione affannosa senza fine!….ma ti comprendo però, sento quanto tu debba soffrire insieme alla mamma tua…povera madre…al tuo papà…sento quanto deve essere straziante il dolore vostro…e soffro con voi…sì prendo insieme alla mamma tanta viva parte a questo strazio che vi accascia l'anima tutta…anche io un fratello….e mamma ha un figlio…e sappiamo che significa perderlo!…Maria…vorrei con le mie parole portarti con un po' di coraggio nel cuore e farti sapere che esiste un essere lontano che soffre con te…nel tuo dolore stesso…che ti comprende tanto…che vorrebbe esserti vicina per asciugarti essa stessa le lacrime per dirti tante cose buone che ti sollevassero lo spirito…per esprimerti ora nella sventura la mia vera e profonda, sentita amicizia…dico sollevare lo spirito, sì perché il tempo solamente può mitigare questo dolore acerbo…crudele! Però vi sia di conforto il pensiero che il vostro Ugo è un eroe, sì un eroe, che ha dato la sua rigogliosa giovinezza, esuberanza alla patria combattendo con slancio impavido e valoroso per una causa santa e nel dolore siatene orgogliosi…
Abbi Maria mia…coraggio!…porgi ai tuoi i saluti e l'espressione dolorosa mia e della mamma! Tu prendi un bacio affettuosissimo da chi sempre t'ha ricordata.Giovanna Leo!!!!!
Sezze, Bianca e Emma (su carta intestata del Comune di Sezze – Ufficiale Sanitario)
Caro Memmo, Amalia e Maria,
con le lagrime agli occhi e con dolore immenso vi scriviamo assicurandovi che la grave disgrazia che vi ha colpito è stata per noi veramente dolorosa. Ricordiamo quel bel nostro nipotino che tanto si faceva amare, non facciamo che piangere a dal giorno che l’abbiamo saputo a casa nostra non vi è stata più tranquillità. Non vi nego Memmo mio e Amalia mia che vorrei esservi vicina, per potervi consolare, benché ogni parola è inutile poiché troppo caro era il nostro Ugo. Il pensiero che avete ancora al vostro fianco la cara Maria che ha bisogno della vostra esistenza, vi sia di sollievo alla grande disgrazia che barbaramente vi è toccata.
Unica soddisfazione per noi sarebbe quella di avervi vicini per qualche tempo così potremo a vicenda fare in modo di poter lenire alquanto il comune dolore. Vieni mia buona Amalia che qui troverai due sorelle affezionate e non due cognate che faranno di tutto per consolarti.
Il dolore non mi permette di scrivere altro, ti bastino queste poche parole per dimostravi l’affetto sincero che noi tutti per voi nutriamo. Baciandovi affettuosamente a tutti Bianca, Emma
Viterbo, Famiglia Papini, 26.07.1918
Oggi abbiamo appreso la fine valorosa del caro Ugo, anche per noi è un vero e grande dolore. Credano che ci affligge come fosse un nostro figlio. Coraggio…coraggio. Immaginiamo il loro grande strazio, ma se Dio veramente l’ha tolto al loro affetto, debbono essere orgogliosi di aver avuto un figlio il quale ha sparso tutto il suo sangue, spengendo la sua giovane esistenza per la difesa della nostra Patria. Coraggio.
Famiglia Papini
Amelia, Felice Felici, 28.07.1918
Ill.mo Signore,
con vivo dolore abbiamo appreso la morte del suo povero Ugo caduto gloriosamente combattendo per la Patria. In simili frangenti non si trovano parole per lenire una tale sventura. Il solo conforto è di aver avuto un Eroe.
Con sentite condoglianze
Felice Felici e Famiglia
Viterbo, Nicola Nasti, 27.07.1918
Carissimo Marcangeli,
l’annuncio inaspettato della perdita del tuo Ugo ci ha grandemente addolorati. Scrivo, anche a nome dei miei, ma non penso affatto di porgere conforto. Noi – che al pari di te e prima di te, fummo colpiti dalla stessa grande sventura – sappiamo che nulla può molcere il dolore tuo, della tua Signora, della Signorina Maria.
Scrivo dunque per dire a voi che avete il cuore spezzato, l’anima infranta dell’angoscia, che noi tutti condividiamo il vostro dolore senza nome e che con voi piangiamo la perdita immane.
Possa poi il tempo e la visione radiosa della Patria, per la grandezza della quale fu immolata la giovane vita, rendere profondo il dolore e colmare in parte il vuoto d’abisso che ora vi si è aperto dinanzi.Noi che conoscemmo ed amammo come figlio il tuo povero Ugo, serberemo di Lui sempre grato ricordo; e intanto, con l’espressione delle nostre più vive e sentite condoglianze, inviamo i saluti più mesti e cordiali.
Nicola Nasti
Spoleto, Elisa Laureti, 27.08.1918
Buona e cara Signora,
con l’animo profondamente addolorato, compresa dal dolore atroce, che dilania il suo cuore di madre, vengo con queste mie povere righe, a manifestarle il mio cordoglio per la scomparsa del caro e indimenticabile Ugo che con tutto il suo entusiasmo offrì il sacrificio della sua giovinezza, per la Patria, che lui sognava bella, grande, redenta. Purtroppo ogni parola è vana, ogni conforto è nullo, avanti ad una sì irreparabile disgrazia. Le sia di un tenue sollievo, che tutti prendiamo parte al loro grande dolore e insieme piangiamo il valoroso, l’eroe e il suo ricordo carissimo riamane terno nei nostri cuori.
Signora sono vicina a lei in questo terribile momento, unisco le mie lacrime alle sue e ricordando insieme a lei la figura del caro scomparso, ricordo il tempo che fu qui con noi, la sua ardente giovinezza piena di entusiasmo, i suoi sogni, le sue speranze ed un’amarezza grande si impadronisce del mio cuore, sapendo che tutto fu spezzato. Coraggio prenda forza pensando che lui fu forte, si faccia animo pensando che lui fu animoso e coraggioso e nell’esempio di Lui dia qualche istante pace al suo cuore, incessantemente addolorato.
Al Signor Ricevitore, alla sua gentile Signorina porga o Signora tutti i sentimenti di affetto e di cordoglio assicurandole che io prendo viva parte nella disgrazia che li ha colpiti.
Ed Ella accetti il più affettuoso saluto e ripeto ancora angosciata che il ricordo del carissimo Ugo rimarrà imperituro nella nostra famiglia.
Baciandola con trasporto d’affetto mi creda.
Affettuosamente Elisa Laureti
Amelia, T. Colonnello G. Carboni, Comandante il Presidio, 21.07.1918
Egregio Sig. Marcangeli,
è con sommo dolore che ho appreso la sventura che si crudelmente li ha colpiti privandoli del loro diletto figliolo Ugo. So che a tanto dolore niun conforto è possibile, sia vero però di sollievo all’animo affranto, il pensiero che il loro Ugo ha immolato la sua giovane esistenza sull’altare della Patria combattendo da errore e confermando col suo olocausto quelle preclare virtù, quegli altissimi sentimenti di amore patrio e del dovere dei quali, benché in giovane età era sublimante ornato il suo animo.
Sia onore e gloria all’errore; nel loro animo possa presto scendere la rassegnazione, noi che lo conoscemmo e lo amammo sapremo venerarne la memoria.
Voglia gradire i miei più affettuosi saluti
T. Colonnello G. Carboni
Autorità presente alla Messa solenne celebrata nel Duomo di Amelia in onore di Ugo, due mesi dopo la sua morte. Di questo evento si parla in un articolo di giornale riportato nell'Album.
Alvo, Marcella Pernazza 27.07.1918
Mia buona, carissima Maria,
l’immenso dolore che in questi giorni ha voluto colpire te e la tua famiglia,, ha avuto una dolorosa eco anche nel mio cuore, perché io ti voglio bene, Maria te ne ho sempre voluto, e mai come in questi giorni, ho inteso che te ne voglio tanto. Cosa non vorrei fare per te, Maria? Ma non posso nulla, non posso che piangere con t e per te. E’ l’unica prova di amicizia che posso darti, è l’unico tributo possibile alla sua memoria.
Tu così buona, così cara, non meritavi davvero di essere colpita così duramente. Coraggio Maria e chiniamo rassegnati il capo al destino già scritto ed inconsolabile.
E’ cosa soavissima pensare che dei nostri cari estinti, non tutto è finito, bensì ne rimane la loro parte migliore che è l’anima. Per noi rimane il ricordo, il dolce, triste ricordo che ce li tiene sempre vivi, sempre giovani nella memoria e nel cuore.
Maria coraggio, tu devi essere due volte forte, e lo sarai ne son sicura per te e per i tuoi genitori. Pensa alle tue sincere amiche di adolescenza che ti han voluto e ti vogliono bene, e soffrono con te. Io son sempre stata buona amica per te e per lui.
Ossequi distinti e pensieri affettuosi alla tua mamma ed a tuo padre. Non potendo a parole esprimerti la viva partecipazione al tuo dolore ti bacio forte forte. Sempre tua affettuosissima amica.
Pernazza Marcella
Maria carissima, Maria,
il Signore ha voluto provarti, ha voluto insegnarti a soffrire, ha voluto farti vedere che la terra è una valle di lacrime dove nessuno è felice per parecchio tempo, dove tutti debbono portare la loro croce più o meno dolorosa.
Maria tu ancora non conoscevi il dolore, il Signore ha voluto fartelo provare.
Il mio caro fratello era destinato al cielo, e non poteva stare in questa terra miserabile senza guastarsi perciò il signore l’ha preso con sé. Adesso mentre voi piangete e vi desolate per la sua perdita egli è felice in quel mondo dove non si conosce la nostalgia degli uomini e prega Iddio per voi. Fatti coraggi, rassegnati perché tante, tante famiglie hanno perduto chi due o tre dei loro cari. Chi l’unico, il sostegno della famiglia, lasciandola nella miseria, oppure tanti non hanno lasciato questa terra di dolore per andare a godere l’eterna felicità, ma vivono, vivono irriconoscibili, deformati, vivono soffrendo ogni sorta di tortura: che è ben più dolorosa del morire!
Siate orgogliosi di aver contribuito alla salvezza e alla libertà d’Italia col donarle una giovane esistenza; siate orgogliosi perché il vostro figlio e fratello non è morto, no ma vive e vivrà eternamente.
Consolati e fa di tutto per alleggerire un poco il dolore dei tuoi genitori, consolati e fa del tutto per far sentir loro di meno la sua mancanza. Adesso essi non hanno più che te sola, fa che non rimpiangano il caro perduto dicendo che era meglio di te, no Maria. Fa invece che dicano che se il Signore gli ha tolto un figlio adorato, gli ha dato però un angelo tutelare e consolatore nella loro figlia.
Condivido il tuo dolore e prego il Signore che dia pace al tuo caro fratello e la rassegnazione a te e ai tuoi genitori.
Arrivederci presto con qualche altro scritto. Maria sii forte e coraggiosa te lo raccomanda la tua più sincera amica.
Aida
Roma, Vicariato di Roma, Adolfo Stefanini, 26.07.1918
Car.mo Sig. Marcangeli,
la sventura è stata forte e il dolore deve essere atroce! Però siccome dulce ed decorum est pro patria mori, lenisca le sue pene al pensiero che il suo buon Ugo, andando impavido incontro alla morte meritò, per la sua bell’anima in cielo, il premio degli Eroi
Sostenga i suoi
D. Adolfo Stefanini
Viterbo, Guglielmina, 26.07.1918
Adorata mia Maria,
non ho parole, non ci sono parole per affermare un dolore così grande; vorrei essere vicina a te per poterti consolare e piangere quella giovane esistenza, quella forte fibra, di quel caro eroe che ha dato la sua vita per la grandezza e la libertà della nostra cara Patria. Il papà e tutti i miei si associano al vostro dolore e fanno voti perché nel vostro animo possa entrare una tranquillità che solo il Buon Dio può concedere a delle persone così buone e così care come siete voi. Ed ora tocca a te amichetta mia alleviare in parte il dolore dei tuoi adorati genitori; a te spetta questo compito difficilissimo, quanto doloroso. Vorrei intrattenermi ancora con te ma non mi è possibile, mi rattrista troppo l’animo, mi fa lacrimare atrocemente il cuore e temo di rattristarti maggiormente.
Credi sempre nel mio affetto. Salutami i tuoi anche da parte dei miei e tu abbiti un bacio affettuoso e fraterno dalla tua amica
Guglielmina
Viterbo, (senza firma) 26.07.1918
Mia cara Maria,
in questo momento terribile in cui il tuo cuore è messo così a dura prova, il mio pensiero ti è vicino e con te piango lagrime amarissime.
Nessuno più di me comprende e condivide il tuo dolore e quello dei tuoi cari genitori perché anche io ho un fratello per il quale ho trepidato e tremo per la sua morte.
Il tuo dolore è grande e immenso ma pensa quanti fanno olocausto della loro vita a quell’ideale per il quale noi siamo ridotti esuli e raminghi. Sia di conforto al tuo animo che lui non ha dato invano
La sua vita e che il suo spirito vie fra noi; per invitarti a sopportare la sventura che ci ha colpiti.
Ti sia egli d’esempio per la sua ferma fede in un avvenire di pace e di vittoria. E tu mia cara, il conforto che non ti possono dare gli uomini della terra, cercalo in Dio, in quell’essere supremo che a suo tempo sa premiare e consolare gli esseri caduti da sventura. Prega ed abbi fede in Lui.
Consolo Amalia tua che con te divide gioie e dolori…..
Maria Carissima,
tanto, tanto ho preso parte al tuo dolore che non so cosa scriverti. Non vi sono parole in questa disgrazia così forte che possano confortare. Credimi che noi l'abbiamo tanto pianto il caro Ugo, e se tu fossi stata presente avresti potuto constatare lo strazio che ci ha arrecato la notizia della sua morte. Benché da noi vi sia stato poche ore pure ricordiamo i suoi gesti, le sue mosse: ogni angolo della nostra casa ci parla di lui. La seggiola dove si è seduto, le cose che ha toccato, tutto, tutto serve ad aumentare la persona cara che non esiste più. Immagino cosa sia in casa tua dove è trascorsa tutta la sua breve vita! Del resto tu devi farti una ragione anche per i tuoi cari genitori, devi cercare di consolarli, di far loro sentire meno grave, meno penosa la mancanza del loro amato. Pensa che vi sono migliaia e migliaia di sorelle che piangono come te: madri che avevano l'unico figlio e che era il sostegno, la loro consolazione, e l'hanno saputo morto, magari, in mano di quelli assassini fra i tormenti, i più atroci. Il tuo dolore è grande, immenso ma tu devi essere orgogliosa di aver avuto un fratello che è morto valorosamente per la patria meglio, molto meglio, la morte piuttosto che saperli vili, imboscati. Anch'io ho un fratello militare, forse lo manderanno in Francia: ebbene, lo proferirei morto piuttosto che saperlo vigliacco. Un giorno, poi, ci rivedremo tutti. La morte ci ricongiungerà ai nostri cari: questo è l'unico pensiero consolatorio. Ugo era tanto buono, tanto umile, la sua anima bella generosa è volata subito in cielo. Pensa che lui ha dato la sua gioventù, le sue speranze, il suo avvenire per la nostra patria, a lui tanto cara.
Maria mia è stato il suo desiderio, il suo sogno. Vedi si doveva fare una gita per i castelli romani, dovevamo andare a teatro, ma non sarebbe possibile. Tu non ci crederai che io, da domenica sera, quando ho saputo la triste notizia, non suono il pianoforte. A me non era niente ci eravamo appena visti due o tre volte, eppure per me è stato un forte dispiacere. Lo zio mi ha detto che stai tanto sciupata. Adesso, no ma quando ti sei un po' rimessa e tranquillizzata devi farmi contenta, devi venire a Roma per un po' di tempo. Te lo chiedo anche a nome degli zii. Presto verremo noi. Zia avrebbe scritto anche lei, ma oggi soffre assai con la testa e non potrebbe nemmeno scrivere. Sarai tanto gentile di mandarci al più presto la fotografia del caro Ugo vestito da ufficiale. Zia ti prega di mandare un partecipazione, perché lo zio la porta sempre con sé e noi non possiamo farla leggere a nessuno. Tanti e tanti saluti cari ai buoni signor Mimmo e alla tua mamma. Per parte mia, di zio e zia.
Tu ricevi mille bacioni affettuosissimi dalla tua affezionatissima amica
Aide
Sempre, sempre coraggio.
Domenico aveva quattro sorelle Amelia, Caterina, Bianca e Emma.
Caterina sposò Giacchino Flamini. Dopo la morte di un bambino, affiliarono Aide, figlia di un fratello di Gioacchino. Vissero a Roma dove Ugo era andato a trovarli.
Roccella Ionica (RC), Giuseppe Careri, 4.08.1918
Caro addolorato Memmuccio mio,
vorrei avere le ali, vorrei essere vicino a te, amico fratello del mio cuore e avvinto a te piangere il tuo eroe, il caro compagno della buona sorella.
Che dirti?…., non ho il coraggio, la forza di presentarti parole di conforto. A te, alla tua distinta consorte la mia sincera partecipazione al vostro santo dolore: povero Ugo!
Il bel sole, la vittoria che si vedeva nei sogni radiosi della sua giovanile e calda fantasia finirono: triste destino, crudele sentenza!
Che dirti? La scia che pianga con te genuflesso vicino a te col pensiero devoto sciolgo calde lacrime. Alla Signora il mio mesto, devoto ricordo, alla Signorina doverosi ossequi, a te forte, caldo un bacio, un abbraccio.
Giuseppe Careri
Nicastro, Luigina Morelli, 30.07.1918 (su carta intestata Giuseppe Morelli NdR)
Carissima Amalia,
com’è mai possibile che tanta sventura si è abbattuta sulla tua famiglia? Quali peccati aveva commesso quel santo figlio per essere così crudelmente punito? Possibile che Ugo non è più? La partecipazione mi assicura la triste realtà ma io non ci credo e se mai ciò fosse vero come vivi a tanto dolore mia amata sorella? Povero Ugo così giovane! Preghiamo perché goda la beatitudine del cielo in merito alle sofferenze di questa terra.
Quale colpa per il cuore di Domenico che adorava Ugo? Quale schianto di fulmine per la sorella che l'amava alla follia? Infelice figlio nato sotto si avversa stella! Chi doveva dirmi quando ci congedammo ad Orte che mai più avrei visto il caro Ugo tanto affettuoso? Mi si spezza il cuore a simile riflessione e considero come è ulcerato il cuore tuo, di Domenico e figlia. Mi ribello contro la distanza che mi toglie il bene di essere fra di voi. Pur sentimento di vero cuore e profondo dolore, perdutamente mi butto su te e stringendoti al cuore per unire al vostro il mio pianto.
Luigina
Sezze , Antonio Aiuti, 29.07.1918
Caro amico e compagno di sventura,
l’altro ieri 27 ricevemmo la dolorosa partecipazione e giunse in un giorno ed in un’ora destinata al pianto.Il 27 ricorreva il 2 anniversario della morte del povero Titta e Settimia aveva ordinato un funerale e vi era andata pure essa. Assistette alle messe basse, ma quando fu alla messa cantata, al Requiem ecc. dovette fuggire e tornò a casa per sfogarsi e piangere. Passa il postino e chiama; lei si asciuga gli occhi alla meglio e scende; ma risale con nuovi singhiozzi, tenendo in mano spiegata la partecipazione senza poter parlare! Nuove lagrime si aggiunsero e si mescolarono alle vecchie!
Noi pensavamo che la guerra a tutti fosse fatale, fuori che a te, al tuo figlio, che credevamo ancora piccolo.
Caro Memmo, io non ti posso dire nulla né infonderti quel coraggio che non ho; solo ti dico e ti fo riflettere che le donne soffrono più di noi uomini. Quindi, abbi riguardo alla povera Signora Amalia, datti coraggio acciocché possa sollevare un poco l’infelice madre. Pensa che su te grava la responsabilità di due persone: di tua moglie, di tua figlia.
Parlo a tutti e tre, fatevi animo e rassegnatevi perché così ha voluto Dio, né si può andare contro la sua volontà.
Gradite intanto i nostri affettuosi saluti
L’amico
Antonio Aiuti
Sezze, Nestore Genovesi, 30.07.1918
Car.mo Marcangeli,
proprio inattesa mi è giunta la cattiva notizia. Ho provato un vero dolore per te e per lui, che conobbi personalmente qui a Sezze qualche mese indietro.
Concepisco così grande la sciagura che ti ha colpito da essermi impossibile trovare parole adatte per lenire il dolore. Anche i miei si associano con me nell’inviarti vivissime condoglianze.
Ti sia di conforto il pensiero che cresciuto nel sentimento del dovere, Egli generosamente si è prodigato per la grande causa della Civiltà e lietamente e con animo sereno è corso ad arricchire la numerosa schiera degli Eroi.
Un saluto affettuoso
Nestore Genovesi
Nicastro, Angelo De Biase, 2 agosto 1918
Cognato mio carissimo, domenica 28 non ho saputo manifestarti il nostro cordoglio per tanta irreparabile perdita e spero mi crederai assieme alla sventurata mia sorella e amata nipotina. E per questo sono sempre taciturno ed intrattabile con tutti, perché da padre le ho sempre fatto. Io, carissimo cognato per essere contento avrei voluto trovarmi al vostro fianco per dividere il vostro dolore e per confortarvi, perché certamente ne avete molto bisogno di conforto e per questo sono sempre taciturno e irritabile con tutti perché mi vedo sempre lontano dalle due amate
sorelle che io ho adorato sempre come figlie da padre le ho sempre fatto. Miei carissimi il vostro lutto è lutto mio dal profondo del cuore. Io l'ho pianto il mio adorato Ugo, ma anche come voi con orgoglio ed ho messo la partecipazione in una vetrina nel negozio per farla leggere a tutti perché questi farabutti borbonici austriacanti che abbiamo qui ogni qual volta che ho esposto la bandiera per qualche lieta notizia si son permessi di dire che io facevo il patriota perché non avevo figli alla guerra e non sanno che tra i Marchesanti, Morelli, Grambologna, De Biase ed il nostro glorioso estinto, son circa più di 50 nipoti che tengo alla guerra. Cognato carissimo, confortati e conforta anche mia sorella e mia nipote, Iddio ha voluto provarvi e tremendamente, come ben direste. Nel dolore siate sempre orgogliosi perché il glorioso vostro amato figlio non è morto ma è passato alla storia. Si è reso immortale. Anche mia moglie ha preso il lutto assieme a me ed anche lei arde dal desiderio di potervi fare una visita, è possibile no? Noi, ne abbiamo tutta la volontà ed il desiderio e se le circostanze saranno favorevoli, forse un giorno, non lontano vi abbracceremo.
Non so come ti ho potuto scrivere queste brevi e inconcludenti parole, tu che non ti manca acume supplirai a ciò che ho potuto mancare e i mi perdonerai. Io e mia moglie vi abbracciamo e vi baciamo con tutto il cuore e vi raccomandiamo di riversare tutto il vostro affetto a quest'angelo di figlia che Dio vi ha lasciato e che vi benedica. Vi abbraccio novellamente e mi dico tu affettuosissimo cognato Angelo de Biase.
Firenze, Cristina Esposito, 28.07.1918
Domenico Mio,
è ormai tempo che mi faccia viva, che vinca l’oppressione della mia volontà. Non mi rivolgo all’afflitta mia sorella per non accrescere con i miei scritti le sue pene; mi rivolgo a te cognato caro che da uomo sai darti qualche coraggio, quel conforto che non ardisce dare l’animo, il parente;
appunto perché per la sventura grande che ci ha colpiti conforti non vi sono. Eppure è necessario che tu Domenico per l’affetto che porti a Maria…………. Il cordoglio che ti divora, alleviare più che sia possibile lo strazio del cuore dell’infelice mia sorella e di Maria. La mia famiglia tutta è costernata fino all’avvilimento. Da quella sera che si ebbe il tuo telegramma, non trovo pace. Medito la grande nostra pace, misuro il dolore tuo di mia sorella e figlia. Se tanta distanza non ci divideva sarei volata per consolare di persona mia sorella, mia nipote stringendole forte al cuore, unire ai loro i miei pianti e sfogare il cordoglio grande che tanto ci opprime. Povera sorella mia come uniformarsi. Troppo caro è il gioiello che la famiglia sua ha perduto. Troppi sacrifici si fanno al mondo……………….di simili……………. Dei progetti per poterli rendere felici e poi vana illusione. Vederlo così tragicamente perire. Povero Ughetto. Lo conoscevo ragazzo e dopo nove, dieci anni mi si presentò un giovane bellissimo, elegante sotto l’uniforme seducente di ufficiale.
Serio nel suo contegno, nei suoi ragionamenti ma raggiante in volto per …………… malaugurata che lo aspettava.
Chi avrebbe mai creduto che quel giovane così pieno di speranze era accompagnato da così avversa ….? Chi dirmi che era l’ultimo addio quello che mi dava.
Ughetto mio volesti lasciare impresso nel cuore della zia il ritratto del tuo viso bello. La memoria perenne, la tua improvvisata ………….., la piaga irrimarginabile nel suo cuore e per la sua vita.
Non ho forza di scrivere più cognato mio; riscriverò al più presto. Da Antonio che è rimasto…… per la sventura toccata alla tua famiglia, abbi tanti ossequi estesi alla mia addolorata sorella……………………..
Affettuosissima
Cristina
Sorella di Amalia si era trasferita a Firenze dal 1908 e vi rimarrà per il resto della vita dove avrà tre figli. Ugo era andato a trovarla
Rieti, Elisa Villani ……………, 28.07.1918
Scrivo io perché Francesco è circa una settimana che guarda il letto malato d’influenza. Non potete immaginare quanto dolore inaspettato ci ha arrecato l’inaspettata notizia della perdita del povero Ugo, dolore che, solo chi ha figli, può comprendere quanto sia grande il dispiacere di un genitore dopo aver allevato un figlio, fattagli una posizione e nel più bello della vita essere tutto così………. Di fronte a tanta sciagura non troviamo parole di conforto, ci associamo anche noi al vostro dolore e la morte gloriosa servirà di coraggio e di rassegnazione. Bacio Amalia e Maria anche da parte di Co….Francesco mi incarica di dirvi tante e tante cose affettuose che saluta tutti insieme a me e nuovamente forza, ….. e con affetto
Elisa Villani …………..
La Quercia, Virginia, 26.07.1918
Maria mia,
è così grande il mio dolore alla triste notizia ricevuta che sono quasi ebete. Vorrei dirti tante parole di conforto, vorrei poterti consolare, ma non posso che piangere con te. Non mi pare proprio vero, povera Maria mia. Il tuo dolore è immenso lo so. Ma pensa ai tuoi cari, al vuoto grande che il povero Ugo ha lasciato nel loro cuore più che nel tuo e sappiati confortare per poter confortare.
Della tua perdita formatene un orgoglio poiché hai offerto un eroe alla patria e la sua memoria vivrà sempre nei posteri.
Coraggio Maria mia, sii forte, e il tuo Ugo che dall’alto dei cieli vede la tua unione al tuo sacrificio, ti vorrà ancora più bene e pregherà per te.
Porgi le mie più sentite condoglianze ai miei cari e tu con un bacio forte forte credimi sempre la tua amica Virginia
Maria carissima,
ho ricevuto or ora la dolorosa notizia e ti scrivo con le lagrime agli occhi. Condivido il tuo immenso dolore e quello dei tuoi genitori e vorrei con tutta l’anima essere capace di poterlo in qualche modo diminuire. Ma comprendo che esso è tanto profondo che non vi sono parole adeguate che possano consolarvi. Ti sia di sollievo come ai tuoi cari il pensiero che il tuo caro Ugo combattendo per l’ideale del suo giovane cuore entusiasta, e che certo egli nel suo generoso entusiasmo darebbe per lo stesso fine un’altra volta la sua cara esistenza. Il tuo dolore è grande, ma anche il tuo orgoglio deve essere parimenti grande.
La tua disgrazia ti ha privato di un affetto grande, ma sta certa di trovare in me un affetto ugualmente sincero e duraturo.
Tanti ossequi e le più vive condoglianze ai tuoi genitori anche da parte di tutta la famiglia a te un abbraccio di cuore dalla tua
Iolanda
Gentilissimo Signor Ricevitore,
Queste righe non debbono portarle altro che le mie sincerissime condoglianze. Capisco il suo strazio, e chiedo a loro, che avrà ascolto nel suo seno, il Prode caduto, di darle ogni conforto.
Cristina, Maria Vannicelli