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Affinchè la memoria non vada perduta
Ugo Marcangeli, fu uno dei tanti giovani che, all'inizio del 1918, a soli diciotto anni, andò al fronte. Purtroppo nel luglio dello stesso anno morì ucciso da una pallottola nemica. Il padre Domenico, al fine di dare un senso a quella morte, avvenuta quasi al termine della guerra, si dedicò per molti anni a commemorare il figlio. A tale scopo realizzò, un LIBRO nel quale ricostruì attraverso, documenti, lettere, articoli di giornale e moltissime foto, la sua vita in una lunga e dettagliata carrellata che va dal 1900 fino al 1918.
L'opuscolo di necrologio per Ugo
La guerra e la perdita del figlio provocò nel padre una ferita profonda che lo accompagnò per il resto della vita. Domenico cambiò. Si estraniò da tutto e decise di dedicarsi al ricordo di Ugo.
Nel 1919 fece stampare un opuscolo di necrologio in cui raccolse una parte delle lettere di condoglianze, alcune missive scritte da Ugo, fotografie, articoli della stampa, il disegno del progetto della costruzione della futura tomba, e altri elogi commemorativi. Un modo, peraltro in uso all'epoca, per ricordare i caduti fra parenti e amici. Una copia di questo opuscolo è conservata a Milano presso la ''Biblioteca Civiche raccolte storiche'' ed è citato nel libro “NON OMNIS MORIAR . GLI OPUSCOLI DI NECROLOGIO PER I CADUTI ITALIANI NELLA GRANDE GUERRA” a cura di Fabrizio Dolci e Oliver Janz.
La necessità di perpetuare il ricordo di Ugo: la nascita dell'idea del libro
Nel 1920 la famiglia non si trovava più ad Amelia ma a Pavia. Domenico, sempre più chiuso nel suo dolore, trascorreva le giornate catalogando tutto il materiale riguardante il figlio: una lunga serie di foto, cartoline, lettere con scritto in molti casi soltanto frasi come “cari saluti…. tanti baci….. non preoccupatevi sto bene…..”
Un giorno ebbe un’idea: realizzare un libro in cui disegnare un grande affresco della vita del figlio.
Il libro, che riporta solo documenti in originale (fotografie, lettere scritte da Ugo, lettere di condoglianze, articoli di giornale dell'epoca e molti altri documenti) non è solo un libro di commemorazione o di ricordi. E' molto di più. Domenico, come in un documentario, fa parlare i suoi personaggi senza intervenire in alcun modo: prima una serie di documenti descrivono a grandi linee la vita di Ugo, poi articoli dell'epoca parlano della guerra e in particolare dell’episodio della morte del figlio. Poi lo stesso Ugo parla di sé attraverso le lettere inviate alla famiglia. Infine, nelle condoglianze sono gli altri a parlare di Ugo. Intorno le fotografie mostrano i luoghi dove si snoda la vita di Ugo.
Il libro non è stato pensato per dei lettori immaginari lontani nello spazio e nel tempo, non vuole esprimere emozioni, caso mai tradisce un distacco. Le emozioni sta solo a chi le guarda di ritrovarle. Quel distacco sta solo a noi cercare di capirlo.
Storia del libro
(volutamente un po' farraginosa e incomprensibile)
Il libro è alto 35 centimetri, largo 27 e profondo 11 e pesa 6 chili e mezzo. E’ composto al suo interno da 69 pagine di cartone di colore marrone scuro. Ogni facciata è interamente riempita di foto, lettere o altri documenti. In alcuni punti Domenico vi ha inserito anche sette, otto lettere per pagina. Forse non aveva fatto bene i conti. Forse voleva metterci veramente tutto. Nulla doveva andare perduto. Tutto doveva restare lì dentro. Un piccolo grande “monumento di carta” (come direbbe il Prof. Oliver Janz) che avrebbe dovuto testimoniare in futuro l’esistenza di Ugo.
Il contenitore – Il libro stesso - datazione
Il libro fu ordinato a un artigiano a cui fu inviata una richiesta contenente le seguenti indicazioni:
- grandezza del libro;
- contenuto e materiale da inserirvi;
- clichè della copertina;
Esiste un “Ordine provvisorio” conservato all'interno del libro, un foglio verde formato quaderno scritto a mano, in cui è riportato l'elenco dei documenti da inserire nel libro ma che non corrisponde al suo contenuto allo stato attuale. Su questo foglio è riportato l'indirizzo dove la famiglia Marcangeli ha abitato dal 1920 al 1923: via Trieste n.35, Pavia. E' probabile quindi che l'album vuoto sia stato commissionato e recapitato a Domenico in questo luogo.
Il libro venne terminato in modo definitivo soltanto intorno al 1929 (anno in cui Domenico andò in pensione). Su questa data si può essere relativamente sicuri visto che l'estratto di morte richiesto al Comune di Priverno (inserito fra i documenti presenti nel libro) riporta la data del 28 agosto 1929, come pure un'annotazione presente su una cartina topografica anch'essa parte del libro che recita testualmente quanto segue: “Nel 1929 (Ugo) sarà trasferito nel Grande Cimitero del Grappa”.
Fino alla morte di Domenico, avvenuta a Siena nel 1933, il libro resterà a casa di Amalia, madre di Ugo, a Rapallo. Da lì al momento della morte di Amalia, avvenuta, sempre a Rapallo, nel 1939 passerà direttamente alla sorella di Ugo, Maria. Nel 1964, alla morte di Maria, Elda Marangio, mia madre lo porterà a casa sua dove è rimasto fino ad approdare quando lei è morta, nel marzo del 2000, nella mia casa dove si trova tutt'ora. E' mia intenzione farne dono al Museo storico italiano della Guerra di Rovereto.